L’ex portiere della Nazionale, Dino Zoff, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport in cui ricorda il Mondiale del 1982. Questi alcuni spezzoni.
” Vittoria Mondiali? Ero in gloria! Nel senso di sentirmi fuori dai canoni; se penso che volevo baciare la regina di Spagna…tanta era la felicità. Questa dura tutt’ora. Ma mi riferivo all’istante che vale la massima espressione del tuo lavoro, della tua passione. E lì c’erano tutte le componenti per essere un po’ fuori…».
Mai stato ghiaccio bollente, ma uno sempre equilibrato. Il ruolo prevede freddezza eppure non mi sono mai sentito un freddo, e in quel frangente era impossibile esserlo: davanti al mondo, alle massime autorità sportive, a Pertini, al re di Spagna. Come non fremere? E poi lo sport in particolare ti dà delle emozioni così prorompenti, così violente
e difficili da controllare…E quella volta eravamo tutti in stato di grazia.
Ma la verità è quel mondiale resta irripetibile, di grande qualità, con tanti gol su azione. E poi le circostanze che lo hanno reso unico per noi: un inizio deludente, con la critica ferocemente contro, e poi con un crescendo rossiniano per arrivare all’apice. A questo bisogna aggiungere un allenatore come Bearzot. C’è stato Rossi, straordinario, tanti compagni bravissimi. Ma solo Bearzot poteva farci vincere, e io ne ho esperienza. Solo lui, ripeto.”