Il direttore del Corriere dello Sport scrive dell’errore di Calvarese e della brutta gestione di Cagliari-Juventus:
“Le ho tentate proprio tutte. Ho provato, senza troppi sforzi, ad essere il più equilibrato possibile. Non è bastato. Anche perché Cagliari-Juve ha offerto un campionario pressoché completo di situazioni critiche: un rigore negato (braccio largo di Bernardeschi); un gol viziato dalla mancata interruzione del gioco per un colpo al volto subìto da un giocatore rimasto a terra (Pavoletti); i cori razzisti contro l’avversario di colore (Matuidi) che giustamente si è lamentato con chi avrebbe potuto sospendere la partita; accuse di ogni genere e difese generiche nel post-gara.
Protagonista assoluto, l’arbitro Calvarese. Da ieri CalVAResente. Come ha giustamente sottolineato l’ex designatore Casarin, “In Cagliari-Juve Calvarese accetta contrasti forti (e non solo) senza intervenire con provvedimenti adeguati. Evidentemente lui della Var non sa che farsene”.
Subito dopo la partita, durante Il sabato della DS che ovviamente ha stabilito il record stagionale di ascolti perché le polemiche non piacciono a nessuno ma catturano tutti, e anche prima su Twitter, ho ricordato per par condicio l’episodio di Crotone, il rigore negato alla squadra di Zenga per l’applicazione rigorosa del protocollo Var: Doveri ritenne involontario il mani di Mertens (braccia lungo il corpo, però) e non chiese l’intervento del video-arbitro. Sbagliò anche lui.
Al presidente del Cagliari Giulini, incazzato nero, ho peraltro risposto di non credere a campagne arbitrali pro Napoli e Juve (“evidentemente” aveva detto “qualcuno gradisce la corsa a due”) e insomma ho cercato in tutte le maniere di spiegare, chiarire, mantenendomi equidistante. Risultato: offese da ogni parte. Tutto questo per ribadire che di fronte alla fede e al pregiudizio non esistono verità sostenibili e assolute. Si va avanti comunque.
PS. Per urgenza di correttezza segnalo quello che mi ha scritto nella notte un arbitro di fama internazionale: “Non è un chiaro errore se l’arbitro l’ha visto e descritto bene. Però andare a rivederlo ci stava, per quanto non credo che avrebbe cambiato qualcosa. E’ una decisione che se presa in campo deve essere valutata in campo“.