Ivan Zazzaroni sul portale web del “Corriere dello Sport” analizza il momento del rapporto tra De Laurentiis e Carlo Ancelotti.
Questi alcuni passaggi dell’analisi di Zazzaroni.
“De Laurentiis lo riempie di complimenti, lo fa in continuazione e per confermare anche nella difficoltà la vicinanza ad Ancelotti e la solidità di un rapporto fin dal primo giorno sorprendente (eufemismo), ieri a una decisione scomoda ma non impopolare, quale è il ritiro lungo, ha aggiunto il termine “costruttivo”.
Carlo non subisce il turbamento aureliano: i suoi anticorpi sono l’esperienza e un carattere impermeabile agli eccessi altrui, alle bipolarità da risultato: si è fatto le ossa con soggettini quali Berlusconi, Galliani, Abramovic, Florentino, Leonardo, Hoeness.
A oggi questo “matrimonio non solo d’interesse” è talmente inattaccabile che Ancelotti non ci ha pensato due volte prima di dichiarare apertamente il proprio dissenso nei confronti del “ritiro costruttivo”: “Non sono d’accordo con la decisione di De Laurentiis, ma l’accetto”.
La decisione peraltro non lo indebolisce, tutt’altro: lo rafforza, dal momento che gli sbandamenti e i cali di rendimento dei giocatori hanno anche e soprattutto origini contrattuali. De Laurentiis è il primo a saperlo e per questo ha voluto mettere un punto esclamativo responsabilizzando il primo livello.
Ha dimenticato però che i buoni rapporti, perfino l’amicizia, non consentono di scavalcare l’allenatore, magari fingendo un muto (e mutuo) consenso.
La buona educazione non è prevista dal regolamento. Ecco perché Adl farebbe bene, a questo punto, a concertare una via d’uscita con l’allenatore. Magari ricorrendo a un atto di giustizia che sarebbe anche una lezione per chi confonde i doveri professionali con i diritti contrattuali: castigare i reprobi identificati, possibilmente gli illustri strapagati. Demagogia? Forse. Ma è sempre meglio che mostrarsi deboli”.