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Vite da stewards

Un po’ Angeli un po’ Sceriffi, custodi attenti e premurosi con i tifosi di ogni età che affollano pacificamente gli stadi, controllori inflessibili e severi con i facinorosi. Questi sono gli Stewards, ragazzi e ragazze con la pettorina fluorescente che lavorano per garantire il tranquillo svolgimento delle partite negli stadi di tutta Europa,li incontri ovunque da Londra ad Istanbul spesso cordiali e sorridenti a volte un po’ meno ma il loro ruolo è davvero uguale dappertutto? Vengono messi nelle condizioni di poter lavorare sempre al meglio? E soprattutto quanto incide la proprietà degli Stadi da parte della Società di Calcio anche per ciò che riguarda la gestione del Servizio d’Ordine? Per rispondere a queste domande abbiamo interpellato due rappresentanti della categoria l’uno inglese l’altro napoletano e questo è il quadro che ne è venuto fuori. TIZIO, il Napoletano, lo chiameremo così perché ha scelto di restare anonimo, ha negli occhi decine di partite, nelle orecchie urla di gioia e ruvide imprecazioni, sulle spalle il vento gelido delle notti d’inverno. Lavora da alcuni anni per una delle società che operano nello Stadio S.Paolo ed ha ottenuto la qualifica frequentando un corso full immersion con esame finale poco selettivo che consente, con una soluzione, tipicamente italiana, ad un esercito di Dilettanti, volenterosi ma Dilettanti di svolgere un lavoro da Professionisti. Vale la pena ricordare, infatti, che in base alla normativa relativa alla sicurezza sugli Stadi, gli Stewards, all’interno degli Impianti, svolgono compiti di prevenzione e repressione, sono autorizzati alla perquisizione ed al fermo. Da dilettanti è sicuramente la paga: 22,50 euro per otto ore di un lavoro che prevede anche turni di notte dalle 24.00 alle 8.00 i, cosiddetti, Presidi, fatti per evitare che qualcuno possa intrufolarsi nello stadio durante le ore precedenti le partite. La guardia di notte prevede una maggiorazione di 5,00 euro, soldi che, peraltro, vengono pagati ogni tot di mesi e non alla fine del singolo evento. Ovviamente accanto agli Steward semplici ci sono dei responsabili diversamente retribuiti ma la stragrande maggioranza dei ragazzi lavora alle condizioni che vi abbiamo descritto. I problemi principali che gli addetti alla sicurezza del S.Paolo sono legati soprattutto agli ingressi, molti ancora i biglietti falsi ed il fenomeno del bagarinaggio non ancora estinto, fortunatamente quest’anno con la vendita on line de dei tagliandi per le partite di Champions in trasferta,si sono evitate quelle situazioni vergognose che avevano trasformato l’acquisto di un ticket in una battaglia campale, combattuta a colpi di violente prevaricazioni. Altra nota dolente è il controllo dei settori non numerati dove risulta estremamente difficile far rispettare le regole di sicurezza relative alle vie di accesso e fuga. Al termine della nostra conversazione abbiamo chiesto a TIZIO quali sarebbero le misure immediate che adotterebbe per migliorare la qualità del lavoro e del servizio offerto dagli Steward Napoletani, la sua risposta è stata breve ed inequivocabile: aumentare il numero degli addetti, formarli seriamente e retribuirli in maniera adeguata ma la vera svolta sarebbe, secondo il suo parere, l’acquisizione della proprietà della Stadio da parte della Società con una gestione diretta di tutto l’impianto, sicurezza inclusa. Insomma,il ventre rosa e molle del S.Paolo con un buon intervento di lifting si trasformerebbe nel Tempio del Calcio Europeo.

STEWARD INGLESE

Si chiama Matt Swanson, ha 45 anni e vive a Derby, città delle East Midlands.
Steward da 10 anni, frequenta lo stadio da quando era infante. Il Derby County è la sua passione.
 
Ciao Matt, grazie per la disponibilità, siamo curiosi. Facci capire cosa significa essere steward in Inghilterra “Io non conosco come funzionano le cose in Italia. Svolgo servizio d’ordine ed ho il potere di controllare che ci sia il rispetto delle regole. Siamo l’ingranaggio di un sistema, non la soluzione unica al problema della violenza. Vi è una sala di controllo e la presenza di piccole celle all’interno degli stadi.

 

Potete arrestare? Noi possiamo trasferire i tifosi violenti colti in flagranza in queste celle e a fine partita li consegniamo alla polizia che opera all’esterno dello stadio. Considera che la maggior parte delle partite del Derby County è “police free” ossia non vi è presenza di poliziotti allo stadio. Solo noi garantiamo l’ordine.
 
Sei anche tifoso, vero? Si, ma le partite non riesco a vederle mai. Devo essere costantemente rivolto spalle al campo per avere tutto sotto controllo. Le rivedo a casa con calma sorseggiando una grande birra.

Quali sono i vostri compiti? Controllare che tutto si svolga correttamente, che non ci sia uso di alcool, che non ci siano cori razzisti. 
Potete cacciare qualcuno per questo? Assolutamente si. La FA è molto severa e ci ha dato direttive specifiche

Materialmente come fate a controllare un intero stadio? Ripeto. Siamo in continuo contatto con la sorveglianza che visualizza le telecamera, una specie di Torre di Controllo. Abbiamo le radio e ci trasmettono ordine e posizione di colui che sta infrangendo la regola. Siamo un meccanismo del sistema.
Perdona la domanda. Guadagni bene? Il giusto per una vita dignitosa. Ho fatto dei corsi costosi prima di essere assunto come steward. Ho investito su me stesso e sono stato fortunato ad essere assunto. La crisi ha colpito anche il Regno Unito

Ci racconti qualche brutto episodio a cui hai dovuto assistere? Nel primo periodo ho assistito a tanti episodi di violenza e prevaricazione. Posso raccontarti cosa successe a me. Un tifoso del Newcastle mi spaccò in testa una bottiglia di vetro durante una colluttazione. Porto ancora i segni. Quell’episodio fu significativo perchè era il mio primo anno da steward e volevo mollare. Non lo feci e la situazione all’interno degli stadi migliorò sensibilmente già a partire dall’anno successivo. Ora bisogna stare attenti, ma all’interno degli stadi inglesi è difficile assistere a episodi di violenza. Solitamente le tifoserie nemiche si incontrano a piccoli gruppetti lontano dagli stadi. 

Mai pensato di cambiare lavoro? Non saprei fare altro. E poi sono uno con pochi grilli nella testa. Ho una famiglia e due bimbi da sfamare e permettere loro una vita dignitosa è già una forma di vanto per il sottoscritto”

Italia Mele

Francesco Izzo

 
 

 


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