Allacciare una scarpa ad un avversario. Ammettere di aver simulato. Donare la maglia ad un tifoso. Firmare una casacca ad un supporter. Far accompagnare a bordo campo un invasore da un calciatore anzichè da un poliziotto.
Sono solo alcuni dei gesti che mancano al calcio italiano.
Un calcio emozionante, ma spesso privo di ciò che di più bello esiste al mondo, il rispetto.
Un calcio che in Italia è spesso aspra competizione, rivalsa sociale.
Un calcio che è diventato strumento esasperato che genera rabbia, odio, rancore.
Un calcio che spesso diventa bacino di inqualificabili tragedie.
Un calcio che, probabilmente, ha semplicemente smesso di essere se stesso, uno sport.
Sport, appunto. Competizione, gara, rivalità, condite da una smisurata dose di rispetto. Un rispetto che manca, che è evaporato sotto i colpi di un’isospettabile ed inaffidabile strumento, la banconota.
Rispettare le esigenze altrui significherebbe avere aperto il canale della sensibilità, l’unico che ti renderebbe la vita serena.
Un video, quello allegato, dalle forti emozioni. Poco importa la qualità sia pessima, poco conta i commenti siano inascoltabili. Il messaggio arriva chiaro, diretto, inequivocabile.
Un video che avvolge e coinvolge. Un video che dà spazio all’immaginazione. sarebbe stupendo immaginare un percorso invertito. La scalata andrebbe fatta. Ma verso il recupero di ciò che si è perso, lasciando cadere nel vuoto ogni scoria, ogni errore, ogni deviazione
perversa incontrata lungo il viaggio.
Quello della felicità di giocare semplicemente al calcio.
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