Mentre gli stadi italiani sono devastati dai cori di discriminazione razziale e territoriale, dall’estero arrivano continue lezioni di civiltà sportiva. Non c’è solo una differenza di strutture. Non c’è solo una differenza di fatturati. Non c’è solo una differenza di esasperati tatticismi. Il calcio italiano è dietro anni luce anche per la mentalità sportiva che anima i principali campionati europei.
In Germania i tifosi avversari vedono la partita allo stadio uno di fianco all’altro, sorseggiando insieme una birra. In Inghilterra le tifoserie avversarie all’interno dello stadio sono separate da un semplice cordone di steward, senza sentire la necessità di lasciare ampi spazi vuoti a dividerli, come purtroppo accade in Italia.
Ma le lezioni di civiltà sportiva al calcio italiano arrivano anche sotto altre forme. L’ultima è di ieri sera, arrivata da Madrid, dove la Roma era impegnata nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Il pubblico del Santiago Bernabeu ha riservato a Francesco Totti, al momento del suo ingresso in campo al posto di El Shaarawy, una meritatissima standing ovation per quanto ha dato alla storia del calcio, con i suoi gol, le sue giocate e il suo attaccamento a una maglia certamente non vincente come quelle dei top club. [GUARDA QUI il video].
In Italia riusciremo mai ad accantonare la rivalità sportiva e tributare a Totti, quasi certamente alla sua ultima stagione da calciatore, gli applausi che abbiamo già negato in passato a campioni del calibro di Maradona, Baggio, Del Piero, Baresi, Maldini e tanti altri che hanno fatto la storia del nostro calcio?