Iker Casillas lascia il Real Madrid dopo venticinque anni. Un quarto di secolo. Questo il periodo trascorso da Iker Casillas al Real Madrid. Il portiere, classe 1981, aveva otto anni quando ha indossato per la prima volta la camiseta dei Blancos. Quei Blancos che con una certezza come lui tra i pali sarebbero diventati i Galacticos vincendo 18 trofei. La prima convocazione a 16 anni, l’esordio da titolare due anni più tardi. Da quel momento ad oggi, Casillas ha difeso ininterrottamente – salvo un breve periodo sotto la gestione Mourinho – la porta del Real Madrid. 5 Liga, 4 Supercoppe di Spagna, 2 Copa del Rey, 3 Champions League, 2 Supercoppe Europee, una Coppa Intercontinentale e un Mondiale per Club. Un palmares straordinario che lo fa entrare di diritto nella storia del club madrileno. In Nazionale ha vinto due Europei e un Mondiale contribuendo in maniera importante ai quattro anni d’oro della selezione iberica dal 2008 al 2012. Ci sarebbe da aggiungere una serie infinita di premi personali, classifiche che l’hanno premiato come secondo miglior portiere dell’ultimo decennio ma ciò non basterebbe a spiegare appieno il motivo per cui Iker Casillas sia rispettato da tutti nell’ambiente calcistico. Il fair play, il suo attaccamento alle origini e la fedeltà incondizionata ai colori del Real l’hanno reso idolo per i tifosi madridisti e fonte d’ispirazione per i bambini che sognano di diventare calciatori.
“Verguenza” è la parola più utilizzata nei social per descrivere l’atteggiamento della società 10 volte Campione d’Europa nei confronti del portiere 34enne. A molti non è andata giù la cessione forzata di una leggenda del club, protesta che ha avuto come destinatario il presidente Florentino Perez. Il proprietario del Real Madrid è stato inoltre oggetto delle critiche dei genitori di Casillas i quali hanno espresso il proprio pensiero in un’intervista a El Mundo: “Iker è stato trattato bene da Lorenzo Sanz e Ramon Calderon, ma a Perez lui non piaceva. Questo presidente non l’ha mai amato perché non è alto, lui è sempre stato ossessionato dall’idea di portare Buffon al Real. Iker – continuano i genitori del portiere spagnolo – è stato costretto a sopportare cose che non sono mai state dette. Ha sopportato pressioni psicologiche, è stato trattato in maniera diversarispetto ad altri giocatori e negli ultimi anni è stato diffamato in maniera del tutto ingiusta. Perez ha orchestrato una campagna denigratoria contro mio figlio e dal 2010 in avanti ha avuto l’appoggio di diversi media e diversi giornalisti”.
Casillas invece nella sua ultima conferenza stampa al Real ha evitato di alimentare polemiche ed ha ringraziato compagni e tifosi dopo essersi commosso: “Sono venuto al Bernabeu per salutare tutti. Questo per me è un giorno difficile. Mi sono sempre sentito amato dal popolo madridista, qui lascio grandi amici. Voglio ringraziare tutti i miei compagni, in questi anni ho vissuto momenti irripetibili con loro – prosegue il tre volte vincitore della Champions League -. Voglio ricordare anche tutti i miei allenatori e i loro staff: ho appreso qualcosa da ognuno. Voglio ricordare anche tutte le persone che lavorano dietro le quinte e sono importantissime. Grazie ai miei genitori e alla mia famiglia, che sono sempre stati con me, a mia moglie e a mio figlio. Infine grazie ai tifosi del Real per l’appoggio incondizionato, per essere stato il vostro capitano negli ultimi cinque anni e per aver sollevato tanti trofei.” La chiosa finale spiega tutto ciò che è il Real per Casillas: “Non voglio essere ricordato come un portiere forte o scarso, spero solo come una bella persona. Grazie, mille grazie, non vi potrò mai dimenticare. Per sempre griderò “Forza Madrid“. E comunque questo non è un addio, torneremo a rivederci presto”.
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