Dal primo gol di Crippa contro l’Ascoli alla rete-scudetto di Baroni contro la Lazio all’ultima giornata, una cavalcata emozionante custodita gelosamente nel cuore dei napoletani Un quarto di secolo. Tanto è passato dall’ultimo tricolore vinto dal Napoli. Un lasso di tempo durante il quale, il declino extra sportivo della stella di Diego Armando Maradona, ha rappresentato l’inizio del periodo buio del Napoli culminato con la mortificante retrocessione in Serie C1 (l’attuale Lega Pro) in seguito al fallimento economico della società.
Nella stagione che avrebbe allietato l’Italia con le notti magiche del mondiale, il Napoli giocò 34 partite, conquistando 51 punti grazie alle 21 vittorie, ai 9 pareggi e ad appena quattro sconfitte, tutte in trasferta (Inter, Milan, Lazio e Sampdoria).
In quel campionato il Napoli fu il migliore attacco con 57 gol segnati, ma non la miglior difesa. Il Napoli di Ferlaino-Maradona-Careca che sfida il Milan di Berlusconi-Gullitt-Van Basten. Le polemiche per la monetina di Alemao. La penultima giornata con la crisi isterica dei milanisti sconfitti a Verona, mentre il Napoli espugnava Bologna.
La festa al San Paolo all’ultima giornata contro la Lazio. Il gol di Baroni e gli oltre settantamila napoletani che, a squarciagola, alternavano il “Porompompero” con ” ‘O surdato ‘Nnammurato”. I festeggiamenti in ogni angolo di ogni vicolo di Napoli. Queste sono le cartoline che il secondo scudetto del Napoli ha consegnato alla storia di questa città. Il tricolore del 1987 fu vinto in un campionato a sedici squadre, mentre erano diciotto i club nel 1990. Il legame tra gli unici scudetti vinti dal Napoli, erano i due punti che premiavano la vittoria. Così come c’è un legame tra il Napoli di oggi e quello del 1990: Bigon. Nel 1990 Albertino era l’allenatore del Napoli, oggi Riccardo è il DS del Napoli di De Laurentiis.
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