“Sono nato per soffrire” battuta ( mica tanto) e sorriso del nuovo Mazzarri, fatta alla vigilia della sfida contro l’Atalanta bell’unica conferenza stampa fatta al centro tecnico.
il calendario era da brividi e la mission (quasi) impossible
sappiamo com’andata resta la voragine difensiva con gli 8 gol incassati in 3 partite, resta la condizione fisica precaria, si intravede qualche sprazzo di buon gioco e, soprattutto, ritrovata unità di intenti
Mazzarri lavora sulla fase difensiva, le distanze, i movimenti di reparto.
La squadra deve essere più compatta, la prima pressione sull’avversario deve partire dagli attaccanti e il centrocampo deve fare un filtro adeguato e non farsi trapassare come il burro da un coltello caldo.
Tutto questo con la sfida contro la Juventus alle porte che può essere uno scoglio contro cui sbattere o uno scoglio al quale aggrapparsi a seconda di come finirà.
Però in momenti come questi, per uscire dall’emergenza bisogna affidarsi ai migliori
Osimhen e Kvara freschi dell’ennesimo riconoscimento per le mirabilie della scorsa stagione, dovranno prendersi il Napoli sulle spalle e determinarne i destini, perché è, anche, il loro destino