Walter Mazzarri ed il Napoli hanno incrociato il loro percorso nel lontano 2009. Non ne conosciamo il reale motivo,
le nostre sono solo sensazioni, ma non ci viene spontaneo chiamarlo un rapporto d’amore.
Un rapporto “freddo”
Il legame tra il tecnico di San Vincenzo e la piazza partenopea è sembrato più assomigliare ai matrimoni settecenteschi fatti di convenienza reciproca che ad una incontrollabile ed emozionante esplosione ormonale. Un rapporto inizialmente imposto da Re Aurelio De Laurentiis e da subito resosi forte e solido a colpi di vittorie e punti in classifica. Ma le esternazioni di apprezzamento nei confronti del popolo azzurro da parte del tecnico toscano sono sembrate sempre piuttosto fredde, di circostanza, dettate da un copione piuttosto che da un’anima. Viceversa, il popolo azzurro è sembrato legarsi al tecnico toscano per gli straordinari risultati ottenuti sul campo piuttosto che ad un viscerale e sentito spirito di condivisione del sentimento mazzarriano.
Una facciata di successi. Ma alle spalle?
Un rapporto durato ben quattro anni, un percorso fatto di entusiasmanti vittorie, pochissime cadute e uno straordinario e costante rendimento che hanno fatto si il Napoli si imponesse tra le primissime di un campionato, seppur mediocre, come quello italiano. Eccellenti risultati ottenuti recitando un copione: quello da mostrare alla piazza, fatto di serenità, tranquillità, compiacimento per il progetto e zero difficoltà da un lato, e la realtà, fatta di incomprensioni con il Presidente, attriti con la stampa, divergenze relativamente ad acquisti e cessioni, dall’altro. Ma come tutti i lavori di gruppo, le vittorie servivano a tutti così come le sconfitte non servivano a nessuno. Per cui, avanti insieme e tutti felici e contenti. Ma questo, ripetiamo, rientra nella normalità delle cose. Alla fine quello che conta è il risultato, il dato oggettivo, quello che resta impresso nella mente dei tifosi ma soprattutto sulle tabelle statistiche. Walter Mazzarri a Napoli non ha fatto bene, ha fatto benissimo. Un tecnico che ha saputo dare un’anima alla squadra, determinazione, voglia, fame. E soprattutto un tecnico che, nonostante tutto, ha saputo reggere la turbolenta piazza napoletana per antonomasia non facile. Dopo quattro anni, il tecnico di San Vincenzo ha preferito mollare, stanco, stressato o forse, semplicemente demotivato.
Errori di “forma”
Ha sicuramente commesso qualche errore di forma, annunciando il suo probabile anno sabbatico che in un batter d’occhio si è trasformato in una panchina a strisce nero-azzurre, ma noi queste cadute di stile le giustifichiamo, per noi non sono altro che la difficoltà di uomo che ha deciso di lasciare la propria donna e cerca la forma meno traumatica, quella che ferisce meno. La componente emotiva in quei mesi che vedevano l’uomo Mazzarri diviso a metà tra quello che era il suo brillante presente e la programmazione del suo prossimo futuro, deve averlo messo in seria difficoltà.
Divergenze esplicitate
Dal 24 maggio del 2013 Walter Mazzarri siede sulla panchina dell’Inter e dal quel giorno molto del sommerso è venuto a galla, a cominciare dalle “frecciatine” che sono transitate sull’asse Mazzarri-De Laurentiis, relativamente a monte ingaggi, acquisti mancati e soprattutto all’attribuzione dei meriti della valorizzazione di calciatori come Cavani o Lavezzi che il tecnico toscano ha cercato di aggiudicarsi totalmente passando spesso per presuntuoso.
Applaudito per un minuto prima di tornare un “nemico”
Domenica sera Walter Mazzarri sarà nuovamente allo stadio San Paolo, questa volta, per la prima volta, da avversario ed il nostro auspicio è quello l’intero stadio gli dedichi, per un solo minuto, un grosso e riconoscente applauso per tutto quello che ha dato a Napoli. D’accordo, abbiamo avuto una fidanzata presuntuosa ma che ci ha fatto godere. Qualcuno accusa questa “donna” di essere una provinciale, ebbene, noi troviamo provinciale chi rinnega un essere umano e tutto quanto ci ha dato solo perchè il rapporto di unione è terminato.