Sulle ali che hanno fatto volare il ciuccio durante la più recente gestione di Rafa Benitez, hanno lavorato sempre in quattro.
Josè Maria Callejon, Lorenzo Insigne, Jonathan De Guzman e Dries Mertens.
Dalla gestione dei quattro un dato emerge inequivocabile: Il tecnico azzurro predilige il giusto compromesso tra contributo in fase realizzativa e copertura in fase di ripiegamento.
Chi ne esce penalizzato, è proprio il folletto belga, la cui dirompenza atletica ha eccitato i supporter azzurri e ne ha innegiato spesso l’utilizzo ad inizio gara.
Rafa Benitez, però, non sembra essere di questo avviso. Reputa Dries devastante quando entra a gara in corso, meno efficiente dei suoi compagni di reparto quando comincia la gara dal primo minuto. Dialetticamente il tecnico spagnolo dispensa pillole di gratificazione ritenendo tutti i suoi uomini utili alla causa, ma il fatto l’ala azzurra sia quella che sistematicamente parte come rincalzo degli altri, sembra abbastanza evidente.
Mertens ha sempre fatto ciò che avrebbe dovuto fare, il professionista, dando sempre il massimo per la squadra di cui è dipendente. Chi invece ha più volte bussato alle porte di casa Napoli è stato il suo procuratore.
Ieri, il “Toc Toc” più incisivo. “Dries chiede più spazio – ha tuonato il suo agente – Mertens certamente vorrebbe giocare con maggior continuità. Con la Juventus, per esempio, si aspettava di giocare dall’inizio, ci teneva, quando è entrato, ha dimostrato di essere in gran forma, ha provato a cambiare la partita e in parte ci è riuscito, ma poi sappiamo com’è finita. Sono stato in città per discutere con il club – ha aggiunto – La Champions non è una condizione determinante per la permanenza di Dries“.
Una patata quiesciente quella che riguarda il belga. Ogni tanto, diventa bollente.