L’amarezza così grande da indurre al silenzio. Lo sguardo sui fatti che genera un’ormai ridicola indignazione, per quanto ciclica.
Lasciamo agli addetti ai lavori la ricostruzione dei fatti extra-sportivi che hanno macchiato la finale di Tim Cup 2014. Una ricostruzione che individuerà responsabili e vittime, ma che si andrà ad aggiungere ad una certezza: l’Italia è un Paese incapace di far rispettare le regole.
Da anni si discute nel bel Paese della questione sicurezza negli stadi, le cui annose e perennemente irrisolte questioni sono divenute nauseanti per quanto incredibilmente irrisolvibili.
Tornelli, pre-filtraggio, tessera del tifoso, termini innovativi quanto inconsistenti, rassicuranti quanto virtuali.
Nessun provvedimento adottato ha avuto una seria ricaduta sulla problematica, nessuna iniziativa ha finito per garantire un’atmosfera nuova negli stadi.
Per il momento, il sogno di vedere gli stadi italiani come una seconda casa per tutti gli appassionati di calcio resta nel cassetto. Perlomeno, non sorprendiamoci dinanzi al perseverare delle problematiche, sarebbe davvero come versare lacrime di coccodrillo.