Lorenzo Insigne, attaccante azzurro in questo momento in ritiro con la Nazionale, ha rilasciato una lunga intervista. Il giocatore ha raccontato dai suoi esordi fino al suo approdo a Napoli, la sua vita privata e quella calcistica. Insomma un Insigne a 360°. Ecco la sua lunga intervista: Insigne, lei arriva al Napoli a 14 anni.
“Arrivai al campo con largo anticipo accompagnato dai miei genitori. Eravamo tanti ragazzi e subito fecero una selezione per formare la squadra dei Giovanissimi Nazionali. Io non fui scelto. Ci rimasi male, ma a quella bocciatura reagii nell’unico modo che conosco ancora oggi: cominciai a lavorare sodo. Ero sicuro che con l’impegno e la costanza sarei potuto arrivare in alto”.
Alle sue spalle c’è anche la sua famiglia, che le è stata sempre vicina e sostenuta nei momenti importanti.
“Mio padre Carmine lavorava in una fabbrica di scarpe. Mia mamma Patrizia è casalinga e tirare su molti figli non è un’impresa facile. Loro, però, mi hanno insegnato certi valori. Quando passai a giocare nella Primavera capii che c’era bisogno di aiutare a casa. E così andai a lavorare per un periodo nel mercato di Frattamaggiore dove mio cugino ha un banco. Sveglia alle sei e spesso mi ritrovavo a dormire prima degli allenamenti”.
Tra i suoi modelli c’è Del Piero. Lei non ha mai nascosto l’ammirazione verso questo giocatore.
“Lo ammiro come calciatore e come uomo. Conservo con gelosia la maglia che mi ha fatto avere direttamente lui. Un gesto che non dimenticherò mai. Anche Maradona è un mio idolo. Col mio agente ho un patto: un giorno lui mi darà la maglia di Diego che lui stesso gli regalò l’anno del secondo Scudetto in cambio della mia però col tricolore cucito sul petto”.
Per lo scudetto è corsa a cinque.
“Il Napoli stavolta ha tutte le carte in regola per ambire allo Scudetto. Ed è giusto che noi giocatori ci crediamo fino alla fine. Ce la giocheremo con la Roma, con la Juventus, con la Fiorentina e con l’Inter”.
Benitez ha riscosso un grande successo non solo tra i tifosi ma soprattutto nella squadra.
“Sai che c’è? Il mister non si incazza mai!. Da quando l’ho conosciuto in ritiro – prosegue – non l’ho mai visto nervoso, anche in momenti particolari come all’Olimpico. Preferisce spiegare con calma dove la squadra sbaglia e come si deve fare per riparare”.
Si parla di concorrenza tra te e Mertens.
“Io sono Insigne, Dries è uno dei miei compagni. Con lui ho un ottimo rapporto e non lo dico come frase fatta. Io, lui e Callejon possiamo giocare in più ruoli, nessuna rivalità. Cannavaro? E’ il nostro Capitano e, anche se sta giocando di meno, la fascia è sua. Se un giorno toccherà a me realizzerò un sogno. Mondiale? E’ un brivido, solo a pensarci mi emoziono. Per me esiste solo il calcio. Sono nato per giocare con un pallone. Ho fatto sempre quello nella mia vita”.
Fonte: Guerin Sportivo