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Un coro comune: “C’eravamo tanto amati”

In comune hanno l’inizio e la fine. In mezzo, una infinità di diversità. 

Walter Mazzarri e Rafael Benitez amano il calcio, adorano giocare al pallone, e scelgono di farla diventare la propria professione.Stesso ruolo, centrocampista. Le carriere di entrambi, per diverse ragioni, hanno però  un epilogo simile, modesto e precoce.

In fondo ai rispettivi orizzonti, una panchina, anzi, due.

Alla caparbietà dell’uno si oppone la serenità dell’altro, alla permalosità dell’uno, la giovialità dell’altro. Due filosofie diverse, due atteggiamenti opposti, due mentalità troppo lontane per essere paragonabili. Rafa Benitez è tecnico, ma anche icona del sapere, finestra sul mondo, fonte di cultura, focolaio di fascino. Walter Mazzarri è divulgatore di una cultura meno nobile, ma che paga sempre, quella del lavoro.

Questione tattica altro emblema della disuguaglianza. Il rigido 3-5-2 mazzarriano si oppone all’altrettanto inamovibile 4-2-3-1 di origine madrilena.

La conclusione è però simile per entrambi. Sia Mazzarri che Benitez  possono approfittare dell’occasione per citare uno dei più grandi capolavori cinematografici del 1974 e dedicare, alle rispettive ex squadre, la seguente frase: “c’eravamo tanto amati”.

 

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