Il vicepresidente Uefa Michele Uva è intervenuto a Radio Uno Rai, nel corso della trasmissione Radio Anch’io lo Sport.
Uva si è espresso anche sulle squadre italiane e sul fatto che conoscono il regolamento del FFP. Di seguito le sue parole:
“Il FPF ha portato grandi risultati dal 2011 e serve per mantenere l’equilibrio competitivo nelle nostre manifestazioni, non per punire qualcuno. I 238 club che partecipano alle competizioni europee devono sottostare alle licenze UEFA e al FPF, ovvero all’equilibrio tra costi e ricavi, escludendo gli investimenti in infrastrutture e settore giovanile.
Chi le viola è deferito a una commissione indipendente che guarda i documenti e approfondisce. Poi la camera indipendente decide un’eventuale sanzione.
Sono casi diversi quelli del City e del PSG, non conosco però le carte e non voglio conoscere. Se è stato presa questa decisione c’è un motivo. Anche il Milan e altri club sono stati esclusi dalle Coppe, altre società sono sotto il settlement agreement.
Il Manchester City aveva già fatto ricorso a TAS per chiedere la sospensiva. Oltre 90 società sono state controllate perché violavano il Fair Play Finanziario. Probabilmente i tempi che ci sono stati sono quelli naturali che ci vogliono.
Le società italiane conoscono le regole e mi auguro che non siano sanzionate. La UEFA con il VAR è estranea ai processi. Il protocollo viene deciso dall’IFAB, organismo della FIFA che decide le regole. Ogni singola Federazione poi applica il protocollo stesso.
In Champions League succede questo e tramite Rosetti, coordinatore dell’arbitro, cerchiamo di uniformare l’utilizzo della tecnologia. Per quel che riguarda il mio parere personale non sono molto d’accordo sul challenge.“