Analizziamo la partita a scacchi tra Sarri e Giampaolo, vinta dall’allenatore azzurro.
Il Napoli vince in rimonta contro una coraggiosissima Sampdoria che, a dispetto di tante squadre che si smentiscono appena sentito il fischio d’inizio, scende al San Paolo a giocarsela faccia a faccia. Sarri sceglie i titolarissimi, sistemando la squadra con il brevettato 4-3-3: Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. Nessuna sorpresa anche sul versante blucerchiato, con Giampaolo che schiera un 4-3-1-2: Viviano; Bereszynski, Silvestre, Ferrari, Strinic; Praet, Barreto, Torreira; Gaston Ramirez; Quagliarella, Caprari.
La Samp parte subito fortissimo, sfalsando un po’ il copione tattico della partita, al 2′ Gaston Ramirez segna su punizione dalla lunghissima distanza. Proprio la posizione di Ramirez crea più di qualche problema al Napoli che ci mette un po’ a prendere le misure alla squadra di Giampaolo: l’uruguaiano non solo è disturbante in fase offensiva, andando a colmare la distanza tra i reparti del Napoli e agendo tra le linee, ma anche in fase difensiva è determinante schermando sistematicamente Jorginho. In più, Quagliarella e Caprari riescono a mettere spesso in difficoltà i difensori azzuri, facendo stringere i due centrali e aggirandoli poi sugli esterni sui lanci dei centrocampisti o dei difensori. Il risvolto della medaglia è il lavoro costante cui lo schema di Giampaolo costringe gli esterni e le mezzali, con i terzini e gli esterni d’attacco azzurri che possono imperversare sulle fasce, scombinando l’assetto del centrocampo in recupero e concedendo in questo modo spazi centrali ad Insigne, Hamsik e, soprattutto, Allan. Al 16′ proprio il brasiliano segna su tap-in, quando Mertens pesca in area di rigore Callejon, la cui conclusione viene parata da Viviano, ma non trattenuta dal portiere per il tocco sotto porta del centrocampista azzurro. Proprio il pressing alto del Napoli è stato determinante alla lunga, con Allan in forma strepitosa che ha recuperato una grande quantità di palloni andando a mettere in difficoltà i difensori doriani in fase di impostazione.
Insomma, due squadre dal baricentro molto alto che hanno creato un primo tempo divertentissimo per il pubblico neutrale e non solo, che si sono affrontate a viso aperto mettendo in evidenza i propri pregi e i propri difetti. L’azione di Ramirez è ancora più evidente in occasione del secondo gol, siglato da Quagliarella al 26′ su calcio di rigore per fallo di Hysaj proprio su uno slalom del trequartista uruguaiano. Al 33′ Insigne pareggia al volo su assist di Mertens, in una delle tante occasioni che il Napoli riesce a crearsi in velocità, di prima, spesso su palloni recuperati in pressione. Al 38′, la rimonta si completa quando Hamsik segna il terzo gol azzurro ed il numero 116 della sua carriera in azzurro, diventando il più grande marcatore nella storia del Napoli.
Nel secondo tempo i ritmi si smorzano, con le due squadre che accusano un calo fisico legittimo dopo un primo tempo speso a ritmi folli (per usare le parole dello stesso Sarri). Poche emozioni, tanti errori in fase di impostazione causati dalla stanchezza e dal pressing che entrambe le squadre continuano a portare, seppur in maniera più blanda. Anche i cambi dei due allenatori non danno una scossa quanto piuttosto consolidano il risultato: 3-2 per il Napoli che passerà il Natale in testa alla classifica di Serie A.