Analizziamo tatticamente la partita persa dal Napoli a Rotterdam.
Ha perso il Napoli, su tutti i fronti, la partita decisiva per il passaggio in Champions League. Una brutta gara da parte degli azzurri che non sono riusciti ad avere la meglio di un Feyenoord che ha chiuso in inferiorità numerica, forse anche a causa delle notizie provenienti dall’Ucraina (con la vittoria dello Shakhtar sul Manchester City che avrebbe reso inutile anche la vittoria del Napoli). Sarri era alle prese con problemi di formazione: Mario Rui non ancora in condizione, un centrocampo stanco dopo la partita con la Juventus e l’infortunio di Insigne. Non cambia modulo e schiera Reina tra i pali dietro a Maggio, Raul Albiol, Koulibaly e Hysaj; Hamsik e Allan affiancati da Diawara in regia; Zielinski a completare il tridente con Callejon e Mertens. Van Bronckhorst non aveva invece nulla da chiedere a questa partita e risponde con un 4-3-3 speculare: Verneer in porta; Nieuwkoop, Tapia, van Beek ed il giovanissimo (classe ’99) Malacia in difesa; Amrabat, Toornstra e Vilhena a centrocampo; Berghuis e Boetius ai lati di Jorgensen in attacco.
L’avvio fa illudere tutti i tifosi del Napoli, con gli azzurri che passano in vantaggio dopo soli due minuti grazie a Zielinski che segna in mischia in area di rigore, per poi attaccare con un pressing a tutto campo i giocatori del Feyenoord. Ma la verve dei ragazzi di Sarri si spegne molto presto e gli olandesi guadagnano campo e possesso palla. Non solo il pressing cala e l’iniziativa viene lasciata agli avversari, ma il Feyenoord ha modo di rendersi più volte pericoloso a causa delle continue disattenzioni difensive. Proprio una di queste, in marcatura, provoca il gol del pareggio al 33′: Jorgensen stacca indisturbato (dimenticato da Albiol) in area su un cross dalla destra e non ha problemi a battere Reina. Il pareggio non viene preso nel modo giusto dal Napoli, che subisce l’assedio della squadra olandese.
Nell’intervallo arriva la presa di coscienza del risultato di Kharkiv, con lo Shakhtar avanti 2-0 sul City e la frittata è fatta. Nonostante un avvio di ripresa con una rinnovata intensità, le velleità di vittoria del Napoli si spengono molto presto ed il Feyenoord torna ad avere il controllo della partita. I cambi di Sarri non sortiscono l’effetto sperato, troppi, tanti errori in fase di impostazione a volte tanto banali quanto incompresibili e mancanza totale di spaziature tra gli uomini in campo. Il Napoli non è brillante, circolazione di palla lenta e poche occasioni per riportarsi in vantaggio. Così la squadra di Van Bronckhorst fa il minimo indispensabile e nonostante resti in dieci per l’espulsione di Vilhena, trova nel recupero il gol del 2-1, ancora di testa, quando St. Juste raccoglie un calcio d’angolo e senza opposizione batte Reina per la seconda volta.