Il Napoli sbanca la Sardegna Arena, manita degli azzurri che si confermano sempre più in testa alla classifica. Andiamo a rivedere come Sarri ha vinto la sfida contro Lopez.
Una vittoria importante, di carattere, reggendo e reagendo dopo una grande sofferenza per i primi 20′ di gara per poi dilagare. Il Napoli che batte 5-0 il Cagliari su un campo notoriamente difficile per tutti ha tutti i crismi della capolista incallita. Grande reazione del gruppo azzurro all’eliminazione dall’Europa League e alla notizia del rinvio della partita tra Juventus e Atalanta, con una vittoria larga che costa al Cagliari la seconda sconfitta consecutiva in campionato ed una situazione di classifica che li vede a soli cinque punti dalla zona retrocessione. Lopez ha schierato in campo la squadra con un 3-4-1-2 che ha sorpreso rispetto alle previsioni della vigilia: Cragno in porta; difesa con Castan, Ceppitelli e Romagna; Farago e Lykogiannis sugli esterni mentre in mediana Barella e Padoin; Joao Pedro trequartista; Pavoletti e la sorpresa Han in attacco. Il Napoli invece ha risposto con la formazione tipo: Reina tra i pali; Mario Rui, Koulibaly, Albiol e Hysaj in difesa; Hamsik, Jorginho, Allan a centrocampo; Insigne, Mertens, Callejon in avanti.
Il primo tempo si apre all’insegna dei padroni di casa. Lopez ha preparato bene la gara se il suo intento era quello di aggredire il Napoli sin dal primo possesso, sperando di prendere di sorpresa la retroguardia azzurra e cercare di portarsi presto in vantaggio. Difatti il Cagliari mette in grosse difficoltà il giropalla azzurro con un pressing asfissiante a tutto campo, portando a turno uno degli esterni sul terzino dal lato del gioco, così come le punte sui centrali; Joao Pedro a mascherare a uomo Jorginho, con gli interni di centrocampo, supportati dall’altro terzino o dall’altra punta, sulle mezzali del Napoli. Una volta conquistato il pallone, il Cagliari riparte in gran velocità sfruttando centralmente la qualità di Joao Pedro, ma soprattutto allargando bene il gioco e mettendo in confusione i movimenti della retroguardia di Sarri. Ma dopo le prime occasioni in favore dei padroni di casa (un paio non sfruttate da Pavoletti), il Napoli riesce pian piano a prendere le misure ed ha il merito di sbloccare la partita: al 29′ Allan strappa un pallone a Padoin e da destra scarica rasoterra per Callejon che arriva a rimorchio e segna in diagonale sul palo lontano. Dopo il gol dell’1-0 cambia completamente l’inerzia della partita, i padroni di casa continuano nella loro azione di pressing ma devono necessariamente fare meno attenzione in difesa a caccia del gol del pareggio ed il Napoli acquisisce sempre maggiore sicurezza nelle sue giocate. In più, la foga con cui i sardi giocano, costa delle perdite di lucidità che si tramutano in palle perse: al 42′ un disimpegno sbagliato di Romagna premia la pressione di Hysaj, palla in mezzo e Mertens anticipa Cragno.
Il secondo tempo è un manifesto esistenziale, un inno al bel calcio. Il Napoli si appropria della partita e disegna le linee guida per chiunque ami seguire questo sport. Il Cagliari è allo sbando, mentre gli azzurri sono assoluti padroni del gioco che sviluppano secondo i propri dettami, quelli imposti da Sarri: giropalla veloce e ragionato, tocchi di prima, verticalizzazioni improvvise sia al centro che sulle fasce. Ed il Cagliari crolla, subendo a ripetizione i gol di Hamsik al 61′, di Insigne su rigore al 72′ e di Mario Rui su punizione al 90′. Una manita forse immeritata per gli uomini di Lopez che hanno l’unica vera colpa di aver iniziato una gara che non potevano tenere per tutti i 90 minuti contro un avversario contro cui non puoi permetterti distrazioni o rallentamenti di passo. Ma risultato ampiamente meritato per la squadra di Sarri che ha letteralmente annichilito gli avversari nella seconda metà di gara, mostrando un gioco che ha pochissimi eguali in Europa.