Notizie

[Esclusiva]Troiano(dg Pigna Calcio):”Verde? Lo aveva visionato prima il Napoli ma non seppi più nulla”

E’una delle poche note positive della Roma degli ultimi mesi. Daniele Verde, trequartista napoletano classe “96, capitano della Roma primavera ed ora entrato nelle grazie di Garcia.
Abbiamo raggiunto Giovanni Troiano, direttore generale del Pigna Calcio, società in cui ha militato la giovane promessa prima di essere ceduto alla Roma.

 Dott. Troiano ma perchè Verde è stato acquistato dalla società giallorossa e non dal Napoli?

E’ bene specificare che il Napoli arriva sui calciatori giovani ed interessanti, l’ostacolo è di natura economica.
I ragazzi quando vengono acquistati da una società professionistica ottengono normalmente il premio di preparazione. Questo premio il Napoli non vuole garantirlo per cui si se c’è una doppia proposta, si preferisce cedere il calciatore ad altre squadre professioniste. 
Noi abbiamo fatto tre raduni con il Napoli con ragazzi del 2000-2001-2002 per cui la società lavora per migliorare il settore giovanile ma quando è interessata ad un calciatore non è decisa nell’acquistarlo per cui spesso capita che arrivino proposte da altri club”.

 Il problema quindi è di organizzazione?

Oltre a quello economico. Ma la tempestività è fondamentale, se c’è un calciatore giovane per cui vale la pena investire bisogna farlo subito. Naturalmente può portare dei risultati così come non farlo. Ma parliamo di un investimento per cui il rischio c’è sempre e fa parte del gioco”.

 Ma i costi sarebbero davvero così alti rispetto ai tanti investimenti che si fanno in Sudamerica?

E’proprio questo il punto. Si preferisce puntare su un calciatore straniero perchè lì ci sono delle agevolazioni fiscali che consentono di rischiare meno dal punto di vista economico”.

Non rappresenta un controsenso il fatto che il Napoli, avendo un budget limitato per cui non può acquistare molti top player, non investa con decisione nel miglioramento del proprio settore giovanile?

Per certi versi si. E’ovvio che con un budget limitato se hai l’occasione di prendere un calciatore promettente devi acquistarlo e rischiare qualcosa. Però poi ci sono le difficoltà ambientali con le quali bisogna fare i conti.
Il Napoli ormai è una realtà europea consolidata, puntare sui giovani significa rischiare e poter fare qualche passo indietro”.

 In che rapporti siete con il Napoli?

I rapporti sono ottimi, abbiamo fatto tre raduni ed ora la società sta puntando sui giovanissimi, però anche questa è un’operazione rischiosa perchè poi bisogna vedere come maturano negli anni”.

 Com’è andata nel caso di Daniele Verde?

Il Napoli lo aveva visto prima della Roma, ma non abbiamo mai ricevuto una proposta seria dalla società. Questa è la verità.
Quando gli osservatori visionano un ragazzo che ritengono interessante, non lo bloccano subito ma continuano a visionare anche altri giovani promettenti. Però nel frattempo un’altra società può intervenire e prendere il calciatore.
La Roma ha visionato Verde solo due volte e poi lo ha preso senza pensarci troppo, investendo su un ragazzino di quattordici anni che in soli quattro anni è diventato capitano della primavera e poi è entrato a far parte della prima squadra”.

 Eppure anche la Roma non ci credeva molto visto che la scorsa estate ha acquistato Iturbe dal Verona per trenta milioni di euro.

Questo poi è un problema tutto italiano. Ma personalmente credo che Iturbe sia stato preso come investimento “sicuro” per poi essere rivenduto al doppio come è accaduto con Benatia, anche se quest’anno non ha ripetuto la stagione strepitosa che ha fatto con la società scaligera.
Lo stesso vale per Daniele il cui valore è già aumentato da 50mila a 2 milioni di euro e se continua così andrà a crescere”.

 E’vera la storia che l’osservatore della Juventus che visionò Daniele ma non lo prese poi fu licenziato?

Questo non lo so, ma di sicuro non lavora più con la società bianconera. Era una persona molto legata a Ciro Ferrara che ormai non lavora più con la Juventus, per cui può essere anche una coincidenza”.

 Quanti ragazzi napoletani di prospettiva ci sono ?

In realtà solo uno su un milione riesce a fare il grande salto. Ne ho visti e dati tanti di ragazzi che dopo la prima esperienza in lega pro sono tornati indietro. Diventa difficile per non dire impossibile entrare nel calcio che conta perchè poi diventano fondamentali il carattere e la testa oltre alle qualità tecniche”.

 Ma è una difficoltà che appartiene solo al calcio italiano?

In Italia è più difficile che altrove. Si preferisce puntare sempre sull’esperienza anche se qualcosa anche qui da noi inizia a muoversi.
Molte società stanno schierando ragazzi del ’96 come l’Empoli, il Cagliari e il Sassuolo. 
Anche il Napoli ha diversi giovani interessanti come Romano, Luperto, Anastasio su cui dovrebbe puntare”.

 

 

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top