Parla dal pullman che lo sta riportando a casa dopo una giornata a Marsiglia al seguito del Napoli. Felice per la vittoria, ma anche consapevole di aver vissuto una notte da incubo insieme agli altri circa 1.500 tifosi partenopei arrivati in Francia al seguito della squadra di Benitez. L. (il nome non lo forniamo) racconta l’odissea dei supporter del Napoli finiti in mezzo a scontri violenti che hanno lasciato sul terreno diversi feriti e costretto la Gendarmerie di Marsiglia a 9 arresti. Tutto annunciato a causa di un gioco di gemellaggi incrociati. Ecco il suo racconto:
“Lo sapevamo tutti che sarebbe stata una trasferta così. Lo sapevamo sin dal giorno dei sorteggi quando ci hanno messo con il Marsiglia. Loro sono amici dei sampdoriani e noi dei genoani. Quindi…”
Quindi?
“Pensi che con noi c’erano anche ragazzi del Genoa, venuti apposta a Marsiglia”
Tutto annunciato, insomma. Eppure…
“Eppure ci siamo trovati nel caos. Nessun percorso definito per noi, niente indicazioni. L’autista del pullman è arrivato allo stadio senza trovare alcun cartello che indicasse un percorso per i tifosi del Napoli, che lo aiutasse a capire come arrivare allo stadio. Nulla di nulla. Era metà pomeriggio, intorno alle 16,30. Siamo arrivati passando da uno dei posti di ritrovo degli ultrà del Marsiglia e ci siamo trovati al cancello 3, dentro un grande parcheggio”
Problemi?
“No. All’inizio nessun problema. Siamo rimasti lì dentro un’oretta da soli, nel senso che non si è visto nemmeno un poliziotto. Però in giro c’erano solo pochi tifosi del Marsiglia e ci sono stati solo cori e sfottò. I problemi sono cominciati dopo quando sono arrivati anche gli altri pullman”
Cosa è successo?
“Quella zona lì dove eravamo era destinata agli ospiti, ma era molto vicina agli ingressi dei tifosi del Marsiglia. E’ arrivata anche la Polizia e loro hanno cominciato a cercare di venirci addosso. In pochi sono riusciti a superare la barriera degli agenti, ma a quel punto c’è stato il caos perché anche i tifosi del Napoli hanno reagito e sono stati 20 minuti da inferno. Fumogeni sparati ad altezza uomo, manganellate, teste rotte e sangue ovunque. Ma non si poteva separare meglio le due tifoserie sapendo che c’erano problemi?”
Nessuna indicazione?
“Nulla di nulla. Noi e loro molto vicini”
Dentro lo stadio com’è andata?
“Dentro lo stadio è un cantiere. Da paura. Fili della corrente scoperti, zone non completate. Un cantiere. C’è stato qualche altro tentativo di arrivare al nostro settore ma a quel punto c’erano centinaia di poliziotti e non è successo granché”
Quando avete lasciato il Velodrome?
“Ce ne siamo andati molto dopo la fine della partita. Questa volta la Polizia aveva preparato tutto per bene. Ci hanno fatto salire sui pullman, li hanno messi in colonna con anche le auto e i furgoni e ci hanno scortato fino al casello dell’autostrada. Erano in tantissimi, un migliaio almeno: blindati, moto e anche a piedi. Ci hanno lasciati andare solo quando eravamo al casello”
Tra due settimane cosa succede al San Paolo?
“Non lo so. Cosa vuole che succeda? Dipende. Vediamo quanti ne arrivano, con che intenzioni, come si organizza la Polizia a Napoli. Dipende…”