Il Presidente della FIGC solo ieri si auspicava una concorrenza alla Juventus targata Milano, anzichè Roma o Napoli.
Uno schiaffo alle parole di Tavecchio l’intervista esclusiva di Parndelli alla Gazzetta dello Sport.
L’ex CT della Nazionale ha parlato della brusca interruzione della sua avventura in Spagna sulla panchina del Valencia:
“Non potevo restare al Valencia. Ero delegittimato verso la squadra e i tifosi. Mi avevano promesso rinforzi, un investimento di 30 milioni poi molto ridotto. Ero stato a Singapore a parlare con la proprietà perchè aveveo bisogno almeno di un centravanti, due centrocampisti, un difensore esterno. Dopo l’OK della società avevo scelto Zaza ma poi la società ha bloccato tutto e dopo 24 ore di riflessione mi sono dimesso”.
Prandelli ha poi parlato delle differenze tra il calcio italiano e quello spagnolo.
“In Spagna la base tecnica è altissima, non c’è gara. Organizzati, strutturati, lavorano sul possesso e scelgono sempre soluzioni e giocatori offensivi. In allenamento praticano un “torello” tattico che è un’evoluzione del nostro. Non speculano mai sul vantaggio, giocano fino al 90’ e anzi negli ultimi minuti succede di tutto e il pubblico se lo aspetta. Però tatticamente sono più monotoni”.