Carlo Tavecchio, ex presidente della FIGC, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli delle nuove elezioni e della sua recente esperienza.
“Quando si parla di calcio si parla di cose che non sono personali. Bisogna cambiare la Legge Meladri per poterci capire qualcosa, per poter cambiare qualcosa. Marotta? Ha una vocazione ad il mondo professionistico dopo essersi formato in una delle società professionistiche più importanti d’Europa. Per me potrebbe essere stato un grande presidente della Serie A. Presidente della Lega è un’altra cosa. Non si può occupare poi il sistema, ci vuole bilanciamento.
Per quanto riguarda la Nazionale io ero l’ultima ruota del carro, istituzionalmente non c’entravo nulla. Ma siccome non si voleva dimettere nessuno dopo il fallimento di Ventura, mi sono dimesso io. Ci siamo dimenticati che nella partita con il Portogallo ci si giocavano tre punti, non era un’amichevole. Ci vuole un agonismo esasperato, mangiarsi l’erba. Forse non è stato detto con chiarezza a chi di dovere che ci si giocavano i tre punti e l’Italia rischia di sparire dal panorama principale calcistico.
Var? Ho avuto l’onore e la fortuna di aver avuto l’appoggio di Blatter quando dicevano tutti che non andava bene. Ci sono ancora delle responsabilità notevoli per l’arbitro e rientra nel suo lavoro. Ma l’arbitro ha avuto un ausilio notevole. Solo l’1% delle decisioni prese con l’ausilio del VAR sono state sbagliate. E un dato fantastico. Se i giocatori della Juve hanno escluso Insigne nella partita contro la Svezia? Se lo sapessi lo direi. Sicuramente Ventura ha avuto dei problemi nello schierare Insigne ed è palese. Quella sera, forse, sarebbe stato opportuno giocare brevilinei contro longilinei”.