Il presidente del Federcalcio, Carlo Tavecchio, è intervenuto alle celebrazioni per i 70 anni della società dilettantistica Di.Po, a Vimercate, in provincia di Monza. Tavecchio non le manda a dire e si lancia contro la Juventus titolare di una richiesta danni alla Figc di 444 milioni di euro.
Queste le sue parole: “Calciopoli è stata una mazzata e non capisco perché la Juve insista con la richiesta di risarcimento danni alla Federazione. È una lite temeraria. La moviola? Ho letto della disponibilità di tutti, bene così. Non ci sono limiti: possiamo sperimentare la video assistenza in A, B e anche in Coppa Italia. Nel massimo campionato le partite interessate saranno 3: le immagini le vedrà un arbitro in attività scelto dai responsabili. Passare subito alla fase operativa per saltare quella off line? Impossibile, bisogna seguire le disposizioni dell’international Board, ma se le cose andranno come spero, forse si potrà accelerare in modo da avere già dal 2017 le prime gare vere con l’ausilio della tecnologia. Diciamo la verità, noi siamo stati fortunati come federazione perché fino a un anno fa la Fifa era contraria alla svolta. Per non parlare di Michel Platini: ancora oggi non vuole sentire parlare di questa novità”.
CONTE E LA NAZIONALE – “La durata del contratto di Antonio Conte era conosciuta pure dai bambini: i due anni erano la sua condizione per firmare. La sua scelta di andare al Chelsea non ci mette in difficoltà e non condizionerà il nostro Europeo: sono convinto che faremo bene. Chi siederà in futuro sulla panchina azzurra? Deve avere le caratteristiche di Conte, ma non lo stipendio: ci possiamo permettere la metà di quello speso finora, cioè 10 milioni di euro lordi a stagione). Se proprio devo guardare ai modelli più alti, direi più Guardiola che Mourinho. E comunque comunicheremo la scelta prima di andare in Francia. Abbiamo un bel gruppo. Un nome? Faccio quello di Zaza, potrebbe essere la sorpresa dell’Europeo e in prospettiva un punto di forza della Nazionale”.
VIOLENZA E STADI – “Dobbiamo fare di tutto per avere campi senza barriere. E se qualcuno invade il terreno di gioco, lo si manda in galera. Punto. La violenza è un problema enorme anche nei dilettanti, ma tutto ha un perché: in Italia manca la cultura sportiva. Se noi applicassimo le norme in modo rigido, solo 5 squadre si potrebbero iscrivere alla Serie A. La mia idea è nota: 18 squadre in Serie A, 20 in B, due gironi da 20 in Lega Pro”.
Fonte: corrieredellosport.it