Ancora una vittoria meritata per il Napoli in trasferta. Al Bentegodi battuto 2-0 un buon Verona nella 27esima giornata del campionato di Serie A. Vediamo come i due allenatori hanno giocato la partita.
Il Verona. Come tutte le squadre allenate da Juric gli scaligeri hanno impostato la gara sulla fisicità e sul pressing a tutto campo. Addirittura in alcuni frangenti si sono visti i centrali di difesa alternarsi a pressare al limite dell’area di rigore avversaria. Contro il Napoli Juric in fase di non possesso ha puntato sulla marcatura a uomo di Verre su Demme per inibire la fonte del gioco degli azzurri. Il 4-3-2-1 del primo tempo con Lazovic pronto ad arretrare sulla linea dei difensori, con lo svantaggio si è trasformato in un 3-3-1-2-1 con l’avanzamento di Amrabat un pressing più alto. In fase di possesso il 3-1-3-2-1 del primo tempo ha pagato dazio per la poca lucidità di Verre costretto a preoccuparsi di contenere Demme. La manovra affidata alle geometrie di Amrabat si è sviluppata soprattutto sulla fascia sinistra con il dinamico Lazovic. Solo in rarissime occasioni il Verona ha cercato le vie centrali anche per la difficoltà di Di Carmine contro Maksimovic e Koulibaly. Non a caso nella ripresa sullo 0-1 Juric ha provato ad aumentare la fisicità in attacco con Pazzini e Stepinski passando al 3-4-3 sfalsato con l’inserimento di Salcedo per cercare la superiorità numerica sulle fasce.
Il Napoli. Gattuso è partito dalle basi consolidate del 2-3-2-3 in fase di possesso e del 4-1-4-1 in fase di non possesso. Questa volta però c’è stata una diversa interpretazione della gara: baricentro più alto di almeno 5 metri per avere il dominio territoriale del campo, maggior possesso palla, palleggio per aggirare la difesa avversaria senza rinunciare a rapide verticalizzazioni e ripartenze appena riconquistata palla. Nella parte finale della gara Gattuso ha cambiato il modulo difensivo passando al 4-3-2-1. Con Demme marcato a uomo stile anni ’70 da Verre, è toccato a Zielinski preoccuparsi dello sviluppo della manovra. Importante il progresso fatto da Politano nei movimenti senza palla in fase di non possesso.