Dopo 105 giorni di stop come sarebbero arrivate le due squadre dal punto di vista psico-fisico? Quale accorgimenti tattici avrebbero adottato i due allenatori in base alla potenziale forma degli uomini a disposizione? Risposte che solo il campo poteva dare. E le ha date.
L’Inter è sembrata più reattiva dal punto di vista fisico e ha dominato la partita per tutto il primo tempo, anche se il normale calo fisico della ripresa ha permesso al Napoli di gestire il risultato nel finale senza eccessivi patemi. Inter più lucida e quindi superiore al Napoli per controllo del gioco e per occasioni da gol create soprattutto nel primo tempo, aiutata anche dal gol nei primi minuti che l’ha alleggerita dell’ansia di dover segnare a tutti i costi.
Il Napoli ha giocato corto e compatto cercando di contenere un avversario superiore fisicamente e forse anche mentalmente, provando a controbattere con le ripartenze senza però essere mai pericoloso e solo grazie a Ospina è rimasto in partita.
L’Inter. Conte ha scelto di schierare il trequartista Eriksen dal primo minuto. Proprio il danese è stato l’uomo più pericoloso della partita. L’Inter ha attaccato soprattutto sulla fascia destra dove Candreva ha surclassato Hysaj ed è sembrato il calciatore più pronto degli undici in campo. Per schierare Eriksen, scelta indovinata, Conte ha rinunciato al suo 3-5-2 per schierarsi con il 3-4-1-2. Nella ripresa per provare a recuperare il risultato ha avanzato il baricentro e ha optato per un modulo davvero inedito: 3-2-3-1-1 con Lautaro più arretrato rispetto a Lukaku ma sempre pronto ad inserirsi in area sfruttando la sponda dell’attaccante belga.
Il Napoli. Gattuso non ha potuto schierare Fabiàn nell’undici titolare preferendo per sostituirlo Elmas ad Allan. La prestazione del giovane macedone non gli ha dato ragione. Sulla fascia destra ha preferito Politano a Callejon con l’obiettivo di essere più pericoloso nelle ripartenze e per aver un maggior possesso palla. Sull’out sinistro contro un avversario difficile da contenere come Candreva, Gattuso ha optato per il più difensivo Hysaj anche per evitare di schierare Mario Rui che poteva anche essere condizionato dalla diffida in ottica finale. Il Napoli ha attaccato soprattutto dalla fascia sinistra dove Insigne ha trovato più spazi grazie anche alla notevole propensione offensiva di Candreva. Non a caso proprio da Insigne è nata l’azione del pareggio di Mertens. Napoli schierato con l’ormai consolidato e affidabile 4-1-4-1 in fase di non possesso, mentre in fase di possesso la non ottimale condizione fisica ha portato la squadra a schierarsi con un 2-3-2-3 poco efficace. Nella ripresa saggia la scelta di arretrare il baricentro schierando la squadra con il 4-5-1.