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Tatticando. L’analisi tattica con immagini di Barcellona-Napoli 3-1

Il Napoli per 1-3 a Barcellona e dopo l’1-1 dell’andata lascia la Champions League negli ottavi di finale. Una partita che ha visto il Barcellona a due facce che hanno comunque ‘comandato’ (e controllato) l’andamento della partita aiutato anche dal primo gol irregolare. 

Il Barcellona. Ormai da anni il Barcellona gioca con il 2-5-2 + Messi libero di trovarsi la posizione. Anche ieri l’argentino non ha dato riferimenti alla difesa del Napoli partendo dalla destra per poi accentrarsi lasciando spazio agli inserimenti di Semedo, una vera spina nel fianco sinistro degli azzurri. Il modo di giocare di Messi forse ha penalizzato Griezmann che non ha inciso sulla partita alla ricerca della migliore intesa con i compagni per l’automatismo che avrebbe dovuto rispettare in base agli spostamenti di messi. Come anticipato è stato comunque il Barcellona a ‘comandare’ la partita. I catalani lo hanno fatto mostrando due facce diverse. Quella del primo tempo letale che ha visto il Napoli in difficoltà appena la squadra di Setièn ha premuto il piede sull’acceleratore. La seconda faccia invece è quella del secondo tempo che ha visto il Barcellona, calato anche fisicamente, controllare senza troppi affanni i tentativi del Napoli.

Il Napoli. Al netto degli errori individuali la squadra di Gattuso non poteva fare molto di più di quanto fatto. L’inizio è stato davvero promettente. Gli azzurri padroni del campo per almeno dieci minuti che hanno costretto con il palleggio il Barcellona nella propria metà dopo averne vanificato il pressing alto. Gattuso è partito con i soliti moduli 4-1-4-1 in fase di non possesso e 2-3-2-3 in fase di possesso. Questa volta però con la variante dell’inversione di posizione di Zielinski e Fabiàn nell’impostazione della manovra per dare più efficacia al giro palla. Con l’ingresso di Lobotka più palleggiatore di Demme Gattuso ha provato a rendersi pericoloso prima con un 2-4-3-1 spostando Mertens alle spalle di Insigne nel ruolo di attaccante più avanzato. L’ingresso di Milik, Politano e Lozano ha invece portato il Napoli a giocare con il 4-2-3-1. Anche se è mancata la qualità nella rifinitura dei centrocampisti e la spinta costante degli esterni di difesa il Napoli ha creato comunque i presupposti per arrivare alla conclusione. Non deve però trarre in inganno il dato statistico che vuole 19 occasioni create dal Napoli contro le 8 del Barcellona. Delle 19 occasioni create, oltre il rigore, ci sono i due pali esterni (sottolineiamo esterni) di Mertens e Lozano, i colpi di testa di Lozano e Insigne che hanno fatto il solletico a ter Stegen e il gol annullato giustamente a Milik. In realtà quante volte il Napoli ha dato davvero l’impressione di poter segnare da un momento all’altro? Non a caso di parate decisive del portiere catalano neanche l’ombra. Gattuso in vista della prossima stagione su due aspetti deve lavorare. Il primo è proprio la maggior cattiveria nelle conclusioni, magari creandone qualcuna in meno ma concretizzandone qualcuna in più. Il secondo è la maggiore determinazione nella fase difensiva. Il gol irregolare di Lenglet ha evidenziato una diversa cattiveria agonistica tra le due squadre. Inoltre il gol di Messi ha denunciato un eccesso di paura mista a superficialità dell’intero reparto difensivo incapace di impedire il tiro ad un calciatore ormai chiuso e per giunta in caduta.

La bravura di Messi nel saltare tre avversari

Manolas chiude in ritardo e Koulibaly corre alle spalle di Messi invece di posizionarsi tra il calciatore e la porta

Nessuno contrasta il tiro di Messi in caduta

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