Primo Piano

Tatticamente parlando: Napoli-Juventus 3-2

Gli azzurri conquistano una vittoria tanto bella quanto inutile: la Juve è in finale.

Dopo pochi giorni è di nuovo Napoli-Juventus. La semifinale di ritorno di Coppa Italia ha visto andare in scena l’ennesima sfida tra Sarri e Allegri, con un risultato diverso nel punteggio ma speculare nella tattica rispetto a quanto visto domenica. Ancora 4-3-3 contro 4-2-3-1, con Sarri che sceglie Milik al posto di Mertens, accantonando il tridente leggero, e Allegri che schiera un centrocampo muscolare con Khedira e Rincon, oltre a Sturaro esterno alto per bilanciare una catena di destra offensiva, composta da Dani Alves e Cuadrado.

Così come accaduto in campionato e complice il risultato dell’andata, il Napoli attacca in avvio. Colpisce il pressing asfissiante dei bianconeri, che riescono a chiudere diverse linee di passaggio e a rendere complicata la vita al Napoli in fase di disimpegno, con Diawara che riesce a superare gli avversari costantemente solo grazie a una grande prestazione. Partita che segue lo stesso spartito per quasi tutta la durata dei 90′, con la Juve due volte in vantaggio e due volte rimontata: solo dopo il 3-2 di Insigne, dopo cambi che non hanno alterato il contesto tattico, Sarri inserisce Pavoletti per Hamsik, passando al 4-2-3-1, e Allegri a un difensivo 5-4-1, con Barzagli in luogo di Dybala. Una sostituzione in linea con un atteggiamento, quello dei bianconeri, improntato a portare a casa la finale a qualsiasi costo. Obiettivo raggiunto, complice una partita d’andata pesantemente condizionata dagli episodi arbitrali. Al Napoli e a Sarri il compito di pensare a come colmare ulteriormente un gap che dal punto di vista tattico non si è visto in nessuna delle quattro partite contro la Juventus in stagione.

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top