Analizziamo la partita del Ferraris vinta dal Napoli per 3-2 grazie alla tripletta di Mertens.
Al Luigi Ferraris il Napoli ha superato 3-2 il Genoa in una partita che ha visto gli azzurri dominare per gran parte del match, soffrendo però lo “spirito guerriero” di un Genoa mai domo e sempre attaccato alla partita. La squadra di Sarri ha interpretato alla perfezione il proprio canovaccio, sprecando però troppe palle gol e permettendo a quella di Juric di restare in partita nonostante sia stata spesso in balia dell’avversario.
Zielinski al posto di Allan, Diawara in luogo di Jorginho e Chiriches per far riposare Albiol, questi i cambi con cui Sarri ha riassettato il suo 4-3-3, con il giocatore polacco a dare più spessore offensivo alla manovra e Diawara a mettere dentro la fisicità e il dinamismo che serve in campo con l’assenza del brasiliano. Juric risponde variando il suo 3-5-2, avanzando la posizione di Rigoni che si affianca a Taarabt, dietro Galabinov e trasformando il modulo (per gli amanti dei numeri) in un 3-4-2-1, con Izzo e Zukanovic a rattoppare le fasce assieme a Laxalt e Lazovic, nel tentativo di frenare le scorribande di Insigne e Callejon.
Il Genoa sapeva di dover tenere alto il pressing ed infatti la squadra di Juric ha tenuto un ritmo in copertura elevatissimo che ha praticamente impedito al Napoli di ragionare. In particolare, Juric ha disposto marcature a uomo sugli uomini “di governo” di Sarri: Izzo su Insigne, Rigoni su Diawara, in modo da impedire al Napoli di impostare se non con i propri difensori; Laxalt e Lazovic laghi a coprire Ghoulam e Hysaj. Dopo soli 4′ questo consente al Genoa di mandare in gol Taarabt, imbeccato da un lancio di Galabinov. Ma a quel punto il Napoli mette la marcia e inizia a carburare, il pressing rossoblu va a vuoto perchè gli uomini di Sarri si muovono tantissimo in mezzo al campo senza dare riferimenti: Insigne e Zielinski non danno tregua ai propri marcatori con lo scugnizzo di Frattamaggiore che trova il modo sganciarsi da un Izzo in difficoltà e tornare ad essere fulcro della manovra. Gli azzurri trovano così prima il gol su punizione di Mertens al 14′, poi su lancio di Diawara il capolavoro dello stesso giocatore belga al 30′: doppietta e sorpasso. Fino all’intervallo è praticamente un monologo azzurro, con il Genoa che non riesce letteralmente a giocare il pallone, sbagliando passaggi su passaggi sotto il pressing del Napoli.
Nella ripresa il copione non cambia, il pressing del Genoa cala vistosamente, ma il Napoli trova la tripletta di Mertens e si addormenta. Il Genoa quindi si crea l’occasione per accorciare le distanze con Izzo e tenta il tutto per tutto nel finale, quando Juric mette altri due attaccanti in campo: Lapadula (al posto di Galabinov) e Pandev (per Bertolacci). Nel finale il forcing del Genoa però non porta al gol (pur sfiorato proprio da Lapadula). Nonostante gli sforzi dei rossoblu per chiudere le corsie esterne, il Napoli ha saputo come districarsi della rete impostata da Juric grazie alla qualità e ai movimenti dei suoi interpreti. Giusta la mossa di Zielinski al posto di Allan dal primo minuto, che ha dato alla manovra offensiva uno sfogo in più.
Foto: Twitter SSC Napoli.