Marco Tardelli, ex giocatore, è il testimonial delle Universiadi che siterranno a Napoli a luglio 2019.
Tardelli sul quotidiano La Stampa ha dedicato una lettera a Sarri. Ecco quanto si legge: “Caro Maurizio, prima di tutto complimenti. Guidi da par tuo una bellissima squadra e i successi in campionato parlano chiaro e a tutti noi del calcio farebbe comodo e piacere se ci fosse un’altra squadra campione d’Italia. Ma voglio essere franco a costo di rischiare qualcosa: sei troppo polemico, troppo proteso verso la contestazione, con toni aspri e sempre poco concilianti. Tu ritieni che dire le cose in faccia sia un pregio e non un difetto. E va bene. Ma ci sono sempre due modi per dire le cose e tu scegli sempre quello più diretto e ruvido. Preferisci la carta vetrata a quella velina.
Hai letteralmente preso a randellatela Lega sulla scelta del calendario, sostenendo che non agevola le nostre squadre nelle coppe, senza considerare che i calendari si conoscevano da tempo e semmai sono i club a dover capire se sono attrezzati per la doppia fatica.
Hai detto che bisognerebbe confinare la Nazionale in un tempo ben determinato, per favorire i club. Ma ti ricordo che la Nazionale è sacra, per i nostri giocatori correre con i propri colori è un onore oltre che un dovere. Certo la Lega ha fatto i suoi errori, ma vanta tra i suoi dirigenti anche il tuo bellicoso presidente De Laurentiis, lui cosa ne pensa? Si può ridurre il problema ad un complotto contro il Sud? Agitare la bandiera della polemica a lungo andare toglie credibilità.
Si cerca di alzare polveroni invece di accettare la realtà dei fatti. E la realtà di oggi, del tuo Napoli è una sola: sono stati commessi troppi errori difensivi. E mi riferisco ai goal presi su palle inattive contro il Real l’anno scorso e contro il City due giorni fa. Questo è un problema tecnico-tattico che occorre risolvere.
Caro Maurizio ti do atto che ci stai offrendo un calcio spettacolare, offensivo, fatto di un ottimo possesso palla, di giocate straordinarie. Ma c’è un momento in cui bisogna capire che per vincere non serve andare a cento all’ora e che qualche volta bisogna frenare per evitare di andare a sbattere. Scusami, ma è un po’ il tuo caso. Con affetto e stima, tuo Marco”.