Rassegna Stampa

Tardelli: “Chi ama il calcio è contento per la ripresa, speriamo al fortuna ci protegga”

Marco Tardelli ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sulla “Gazzetta dello Sport” oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.

“Chi ama il calcio è contento, ma è una ripresa piena di dubbi: dall’applicazione del protocollo,al destino della Serie B e della C, di cui quasi non si parla. Siamo sotto lo stellone della fortuna: speriamo ci protegga.

Per fare di più servirebbe il vaccino. Diciamo che si sta facendo tutto il possibile perché i giocatori siano costantemente controllati, protetti, in sicurezza. 

Purtroppo da quarant’anni c’è un sistema che considera i calciatori come ricchi e viziati e in tutta questa emergenza mi sembra siano stati lasciati un po’ soli. Sono state fatte delle lotte, ma non quelle giuste: in campo ci vanno loro, sono loro quelli che rischiano. Vogliamo parlare di chi ha il contratto in scadenza a giugno e ora deve rincorrere accordi individuali per giocare? Si è parlato molto meno di questo che degli orari delle partite.

Si è litigato troppo e ognuno ha cercato di coltivare il proprio orticello e alla gente questo ha dato molto fastidio:tanti tifosi non avrebbero voluto ricominciare.

Alcuni calciatori erano favorevoli a ripartire altri no. Fra loro poca armonia e un po’ di confusione. Quelli di Serie A sono andati per conto loro, alcuni capitani spingevano per non giocare, altri invece non volevano farsi toccare lo stipendio. Sui tagli non c’è stato un accordo collettivo, si è lasciato che ogni club decidesse per i suoi tesserati: credo che l’Aic dovesse puntare a un’intesa che stabilisse tutele uguali per tutti. 

In Bundesliga sto vedendo calcio un po’ playstation, sicuramente non quello di prima: attenzioni diverse,meno durezza, meno aggressività, meno tensione. Sarà lo stesso in Italia? All’inizio può darsi, magari piano piano certe remore spariranno.

Se il campionato dovesse finire prima? La soluzione più naturale mi sembra considerare una classifica in base alle partite giocate sul campo: è lui che decide”.

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