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Tanti auguri Capitano, cento di questi giorni d’azzurro

insigne

Oggi è il compleanno di Lorenzo Insigne, il Capitano del Napoli e numero 10 della Nazionale. Cento di questi giorni d’azzurro.

 

Lorenzo Insigne è il Capitano del Napoli.

Capitano, già, con la “C” maiuscola, come si deve usare quando a indossare quella fascia non è solo il tuo miglior giocatore, quello più rappresentativo o di maggior talento, ma quando è la tua bandiera, quello che ci mette la faccia, quello che si carica sulle spalle responsabilità, oneri ed onori. Perché è questo Lorenzo Insigne per il Napoli, quell’uno su mille, su milioni, che ce l’ha fatta e che dalle strade di Frattamaggiore, con un unico sogno nel cassetto ed un dono di natura nei piedi, è passato dall’aiutare il padre a vendere i calzini per comprarsi le scarpe ad indossare la maglia della squadra del suo cuore, della sua città, fino a diventare il Capitano del Napoli.

Compie 30 anni Insigne, oggi. Trent’anni di lavoro, di fatica, di sudore ma soprattutto di passione, quella che gli ha permesso di scalare le vette più alte del calcio italiano, di ritagliarsi cartoline ammirate da tutta Europa, da tutto il Mondo, che l’ha portato, lui, un napoletano, ad indossare la maglia numero 10 in Nazionale. Quella 10 che pure meriterebbe con l’azzurro del Napoli ma che per lui, da vero napoletano, apparterrà sempre a Diego Armando Maradona.

Non è facile essere profeta in patria, mai. Lo racconta la storia di questo sport (e non solo di questo). Ci vuole coraggio, perseveranza ed una buona dose di “cazzimma” per sopportare i fischi quando tutti se la prendono con te (tante volte a prescindere), quando sei l’unico capro espiatorio, quando ti prendi le responsabilità che sono tue, perché indossi quella fascia, e come ogni comune mortale puoi commettere per questo degli errori più pesanti di quelli di tutti gli altri. Ma le spalle, Lorenzo, ce le ha grandi, enormi, nonostante le apparenze. Come enorme è l’amore per Napoli, la città per cui ha pianto quando sono arrivate cocenti delusioni, riso quando invece i risultati sono stati importanti, tutto con il suo nome scritto a caratteri cubitali, nel bene e nel male.

Dopo Cavese e Foggia in Serie C, il suo talento è esploso nella stagione 2010/11, in quel Pescara delle meraviglie che con il maestro Zeman ha visto sbocciare tre dei talenti più puri della nostro calcio, Verratti, Immobile e Insigne, che terminò quella stagione con 18 gol e 14 assist. Un biglietto da visita che gli ha permesso di tornare alla base, a Napoli, che dopo l’esordio con Mazzarri nel 2010 e la serie di prestiti è diventata la sua casa, la maglia e la pelle che non avrebbe mai più smesso di indossare.

Due volte la Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana potrebbero sembrare un bottino di poco conto, ma la verità dei fatti racconta che quelli sollevati dal Capitano sono stati i primi del Napoli dopo Maradona, un’attesa durata più di 20 anni. Perché dopo il Dio del calcio, ci voleva lo scugnizzo di Frattamaggiore, il suo talento, la sua classe, la sua passione, che l’ha portato a collezionare 109 gol e 85 assist in azzurro ma, soprattutto, il ruolo di perno, chiave di volta, uomo imprescindibile per la squadra e numero 10 della Nazionale che si giocherà l’Europeo.

Un ruolo che oggi potrebbe essere in discussione, per via della situazione di crisi economica che sta attraversando il calcio e che impone ai club una diversa oculatezza nella gestione degli stipendi. Ma se c’è un pensiero che oggi, nel giorno del suo compleanno, deve restare presente nelle menti dei tifosi del Napoli, è quello che racconta di un Lorenzo che mai ha avuto l’intenzione di andare via. Che ha, anzi, allontanato da se ogni tentazione, dai procuratori agli allenatori ai presidenti, che potevano portarlo lontano da Napoli. Dalla sua Napoli.

Dalla Napoli che oggi festeggia Lorenzo Insigne, lo scugnizzo da Frattamaggiore, diventato “Il Magnifico” Capitano del Napoli.

Auguri Lorè.
Cento di questi giorni d’azzurro.

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