Gli azzurri espugnano il Meazza per la terza volta nelle ultime quattro partite, ecco i temi emersi dalla partita.
Personalità, sofferenza, vittoria
Il Napoli è partito senza alcun timore in una cattedrale del calcio europeo imponendo il proprio gioco e trovandosi sul 2-0 dopo nove minuti. Il Napoli ha raggiunto un livello di padronanza delle partite psicologicamente, tatticamente e tecnicamente da far invidia alla maggior parte delle squadre in Europa.
Insigne ovunque
Il gol è il gesto più evidente, il pallonetto da metà campo la magia sfiorata. Ma è giusto che nella memoria dei tifosi resti bene impresso il contributo difensivo di Lorenzo Insigne. Nel momento di maggiore sofferenza del Napoli, il suo aiuto è stato fondamentale per conservare il risultato. Una gioia per Sarri e per i tifosi del Napoli.
’94, ’95 e ’97
Non sono tre numeri da giocare al Lotto, bensì gli anni in cui sono nati rispettivamente Piotr Zielinski, Marko Rog e Amadou Diawara. I tre hanno composto il centrocampo azzurro che ha terminato la partita di Milano, nel momento più duro ossia il finale. Sarri ha fatto di necessità virtù, sostituendo Allan e trovandosi con la certezza di poter contare su tre tra i giovani più interessanti d’Europa anche in una partita delicata come quella di Milano.
José Maria Callejon
C’è poco da dire su di lui, basta il nome. L’ennesima prestazione fantastica da quando veste la maglia del Napoli. L’andaluso è il calciatore che ogni allenatore vorrebbe nella propria squadra. Funzionale al progetto di gioco, abile tecnicamente e decisivo in zona gol. Il gioiello con cui ha raddoppiato il vantaggio del Napoli a Milano è di una bellezza rara. L’intesa con Mertens, la velocità nel superare il marcatore e poi l’astuzia nel far passare la palla sotto le gambe di Gianluigi Donnarumma. Semplicemente José Callejon.