Si tratta dell’attaccante del Leicester di Claudio Ranieri, Jamie Vardy. Appena ventenne Jamie, che insegue il sogno di diventare un calciatore professionista, si trova coinvolto in una rissa per difendere un amico non udente, deriso da alcuni coetanei. Fu così che la giovinezza, fino a quell’episodio, spensierata di Vardy viene minata da una condanna della Polizia a dover rispettare un severo “coprifuoco”. Ogni giorno, alle 18, aveva la ritirata. Ma non per questo Jamie molla certo il calcio, la sua più grande passione. E allora scatta lo stratagemma: in campo dal primo minuto e poi sostituzione in tempo per saltare in macchina dei genitori e tornare a casa.
Scontata la pena, prosegue la sua carriera nelle leghe dilettantistiche inglesi, con uno ‘stipendio’ di trenta sterline a partita. Per sbarcare il lunario, allora, un turno da operaio in una fabbrica che produce fibre di carbonio.
Quel modo di vivere la partita ha insegnato a Vardy ad essere concreto nei pochi minuti a disposizione. Per la rabbia agonistica e la voglia di affermarsi, la sua storia parla per lui: dal Fleedwood Town comincia la sua scalata, a suon di gol, verso la Premier. Ed ora se ne sta lì, in vetta alla classifica marcatori, a guardare dall’alto gente come Aguero, Sanchez, Rooney.
Fonte storia: gianlucadimarzio.com