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Staff medico SSC Napoli: l’importanza della prevenzione per combattere la morte improvvisa

Lo staff medico azzurro al congresso sulla “Cardiologia dello Sport”: un elettrocardiogramma all’anno e la formazione sulle manovre di primo soccorso aiutano a salvare la vita

L’Hotel Sakura di Torre del Greco (NA) ha ospitato venerdì 22 marzo il congresso “Le Giornate Reali della Cardiologia dello Sport – Allenare e Studiare il Cuore 2024”. L’iniziativa, incentrata sulla prevenzione della morte cardiaca improvvisa negli atleti, ha approfondito numerosi temi della medicina sportiva e cardiologica grazie agli interventi e al confronto di illustri interlocutori.

Il convegno, moderato dal giornalista Adriano Pastore, ha visto la partecipazione di un board scientifico di prestigio, composto dal Dott. Antonio Russo, responsabile scientifico del congresso e consulente cardiologo della SSC Napoli, e dai Dott. Raffaele Canonico e Gennaro De Luca, rispettivamente responsabile sanitario e medico sociale della SSC Napoli. Tra i tanti relatori di spicco presenti nella faculty, il Prof. Antonio Giordano, Prof. Giuseppe Limongelli e il Prof. Paolo Calabrò.

La manifestazione si è conclusa con una tavola rotonda aperta alla stampa e alla cittadinanza, dal titolo “Prevenzione e Rianimazione Rivolte alla Popolazione” con le domande poste dai giornalisti Italia Mele, Fabrizio CappellaCarlo Alvino, Enzo Niola e dallo scrittore Maurizio Zaccone.

Un elettrocardiogramma all’anno è utile per favorire la prevenzione – ha dichiarato il dott. Raffaele Canonico ci sono persone tra i 35 e i 55 anni che non hanno mai fatto controlli medici. Ritengo non ci sia nessuna attività non agonistica: chi fa una competizione entra in campo per vincere. La medicina dello sport abbraccia vari ambiti e dunque non c’è confine tra agonista e non: l’obiettivo è lavorare per il benessere e la tutela della salute di tutti coloro che fanno attività sportiva. Noi medici dello sport siamo, talvolta, il primo filtro che va a scovare certe patologie. La Campania ha la più alta percentuale di obesità infantile, nonostante sia la patria della dieta mediterranea. Troppa sedentarietà. Il Passaporto Ematico?  Avrebbe un ruolo rilevante in termini di antidoping. In ogni caso la digitalizzazione dei dati e lo storico degli atleti è fondamentale per la loro gestione e la loro salute, così come la collaborazione tra i club. A gennaio il Napoli ha preso un atleta che era già stato due anni fa in Italia (Traoré, ndr). Siccome aveva avuto una patologia infettiva (la malaria, ndr), che può portare alcuni strascichi, il confronto con il collega del Sassuolo è stato importante  per mettere insieme più informazioni”. 

Per prevenire la morte improvvisa – ha sottolineato il dott. Silvio Maglianosarebbe molto utile sensibilizzazione la popolazione, i giovani nelle scuole, sulle manovre di primo soccorso. In Italia, per questo tipo di formazione, siamo su livelli bassi di percentuale se messi a confronto  con altri paesi, come ad esempio la Norvegia“.

“L’esercizio fisico deve essere cucito addosso al paziente – ha aggiunto il dott. Antonio Russo – fare spinning, per chi ha la pressione alta, non va bene. Uno sforzo estremo può provocare problemi per la propria salute. Quindi il messaggio che vogliamo trasmettere è che fa bene fare attività fisica, ma bisogna farla in sicurezza”. 

A questo proposito: il Napoli ha fatto esplodere, metaforicamente, i cuori dei propri tifosi lo scorso anno dopo la grandissima emozione vissuta dopo la conquista del terzo scudetto! In questa stagione le palpitazioni, invece, sono derivate da accadimenti ben diversi… ma non tutto viene per nuocere come ha riferito il dott. Gennaro De Luca che a questo proposito ha sbloccato un ricordo: “Può capitare che anche la partita del Napoli possa salvare una vita. Dopo un Napoli-Torino di qualche anno fa che finì 1-1, per via di un retropassaggio suicida di Aronica venne un paziente che mi disse: ‘Aronica mi ha salvato la vita’. Quel paziente era un ciclista amatoriale che dopo quel gol maledetto ebbe un malore:  la moglie gli proibì di uscire in bici il giorno dopo, anzi lo obbligò a fare dei controlli che alla fine gli salvarono la vita“.

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