Higuain c’è, Callejon e Gabbiadini anche, Mertens e Insigne pure. Manca Zapata, poi l’attacco del Napoli in questo 2015 non è cambiato nemmeno di una pedina. Se i giocatori sono gli stessi, allora cosa è cambiato? E’ cambiato il modo di pensare, di giocare, è cambiato l’allenatore.
In questo 2015 che sta per terminare, l’attacco del Napoli ha subito un vero e proprio cambiamento che porta ad essere la squadra azzurra una vera e propria macchina del gol. Ovviamente i gol dell’attacco non arrivano da soli: tutto parte dalla difesa, che si sta dimostrando solida, continua poi con il centrocampo dove ogni pallone viene filtrato bene e finisce con passaggi e cross che portano gli attaccanti ai gol. Una catena di montaggio che sembra funzionare.
Fino a maggio sulla panchina del Napoli sedeva Rafa Benitez. Lo spagnolo, per due anni, ha portato un modo di giocare in Italia differente. Il suo modulo, il 4-2-3-1, funzionava ma ad alternanza: produceva gol ma altrettanto ne subiva. Molti giocatori faticavano nell’integrarsi in tale schema, non riuscivano a trovare il giusto spazio, come Hamsik. Altri invece, come Callejon, riuscivano ad esprimersi bene. Insigne ha iniziato a giocare in un nuovo ruolo dove gli veniva richiesto anche la fase difensiva. Con lo spagnolo si è voluti passare ad un calcio “internazionale”. Poi c’è stato l’addio. Un po’ l’ambiente se lo aspettava e forse con lui, qualcuno si aspettava anche l’addio di qualche giocatore, che per fortuna non c’è stato.
Dall’internazionalizzazione di Benitez si passa al calcio “casareccio” di Maurizio Sarri. Con il tecnico campano il cambiamento è radicale. Non solo il modulo tattico, si passa dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2 per finire al 4-3-3, ma anche la metodica degli allenamenti, l’idea del gioco sono diversi. Cambia tutto, è rivoluzione totale. A Dimaro un lungo confronto tra squadra e tecnico ha riportato voglia di vincere ed entusiasmo che prima si erano un po’ persi.
Via l’alone della fatica, i musi lunghi e spazio al gioco, alle idee. Un restyling perfetto: Higuain ritrova il sorriso, i gol, la voglia di giocare. Callejon, nonostante non segni più come prima, aiuta con i suoi assist, Insigne e Mertens: uno gioca nel campionato, l’altro in Europa League, e i gol sono sempre presenti, in più entrambi aiutano in fase difensiva. Gabbiadini ha un po’ l’ombra del vice-Higuain ma quando viene chiamato in causa la sua presenza si fa sentire. Il 4-3-3 sembra essere il vestito perfetto per questo attacco: tra campionato e Coppe 56 gol segnati! Una metamorfosi, quella del Napoli, radicale in tutto e per tutto sia mentale che fisica.
Il Napoli ormai ha una sua identità, ha personalità e i numeri parlano chiaro: si viaggia con medie da scudetto. Magari con un mercato oculato e qualche accorgimento sarà possibile lottare fino alla fine sia del campionato che delle Coppe.
In questo 2015 l’attacco del Napoli è cambiato completamente, in matematica si afferma che “cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia”, invece la squadra azzurra è riuscita a stravolgere tale formula in quanto gli addendi (nel nostro caso i giocatori) hanno cambiato la loro posizione e i risultati sono cambiati.
Non possiamo che augurarci che il 2016 confermi ancora questa teoria azzurra.
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