L’occasione, era la presentazione del ritiro estivo a Casteldisangro, il Presidente lo disse: “Proveremo a riportare lo scudetto a Napoli”.
Gli credettero in pochi, Insigne aveva già detto addio, Ospina e Mertens avevano il contratto scaduto e Koulibaly aveva preso la sua decisione, anche se nessuno lo ammetteva.
Poi, a fine mercato, sarebbe stata la volta di Fabian che non aveva accettato le condizioni di rinnovo proposte dal Napoli e, senza una cessione, rischiava di restare ai margini per un’intera stagione.
Una rivoluzione, programmata ed alla quale il Napoli lavorava( e come se lavorava) da tempo.
L’obiettivo della società, era abbattere il monte ingaggi, diventato insostenibile dopo la crisi Covid e ringiovanire la rosa
Quella mattina, di, oltre, otto mesi fa. la dichiarazione di
De Laurentiis sembrava inconciliabile con il dimensionamento in atto.
“Ma come si può vincere se vanno via i migliori?”
Pensiero di tutti e l’espressione di Spalletti, alle parole del Presidente, sembrano confermarlo.
Da altre parti si preparavano colpi roboanti e ritorni di fiamma: Pogba, Di Maria, Lukaku, Dybala.
Uomini di poca fede, ci sarebbe voluta più fiducia nelle capacità di chi non si è improvvisato ma lavorava alla revolution da, almeno, un anno.
Certo, il momento contingente e qualche incastro millimetrico ha dato una mano ma nella vita funziona così, per tutti e tutto.
Il resto lo sappiamo, il Maradona è diventato il luna park più divertente d’Italia, l’Europa ha strabuzzato gli occhi davanti alla forza del Napoli.
Lo staff tecnico, era convinto di aver dato a Spalletti una squadra fortissima e il mister l’ha messa nelle condizioni di esprimersi al meglio.
“Non lasciamo niente ma raddoppiamo” dice il tecnico e il patron, sia scherzando, sia in un’intervista, rilancia
“Credo che il Napoli possa vincere la Champions, proprio come i bookmakers che ci vedono come il quarto o quinto candidato possibile”
Poi, con prudenza aggiunge:
“Certamente alcune squadre sono più forti. Vedremo”.
Per ora, i tifosi sono concentrati sul campionato e guardano lo scudetto con gli occhi della tigre, proprio, come Spalletti e i suoi ragazzi.
Poi, però, alla ripresa della più importante competizione continentale se il Napoli dovesse superare l’Eintracht… beh allora.
Gli uomini di poca fede di sono convertiti e la fede fa miracoli, si sa.
Spalletti non lascia niente ma raddoppia, De Laurentiis non si nasconde e gli uomini di poca fede si sono convertiti
di
Pubblicato il