Dopo le prime tre giornate del campionato di Serie A, la vetta della classifica è occupata, un po’ a sorpresa, da Milan, Napoli e Roma.
Mentre i rossoneri hanno dato continuità al progetto, confermando Stefano Pioli in panchina, le altre due capolista hanno cambiato allenatore rispetto allo scorso campionato: gli azzurri, dopo la mancata qualificazione in Champions League, hanno scelto Luciano Spalletti come successore di Gennaro Gattuso, mentre i capitolini, tra lo stupore generale, dopo la separazione con Paulo Fonseca, hanno riportato in Italia José Mourinho.
Tra lo Special One ed il tecnico di Certaldo non corre di certo buon sangue, visto che l’attuale allenatore del Napoli fu tra i bersagli in quella storica conferenza stampa in cui il portoghese, all’epoca alla guida dell’Inter, affermò che le squadre rivali, tra cui anche la Roma, avrebbero chiuso la stagione con “zeru tituli”. Mourinho, inoltre, rappresenta una bestia nera per Spalletti, che non è mai riuscito a conquistare i tre punti contro il tecnico lusitano: nei quattro precedenti, tutti risalenti alla stagione 2008/2009, l’Inter ebbe la meglio sulla Roma in Supercoppa Italiana, grazie ai calci di rigore, si aggiudicò la gara di andata in campionato per 4-0, ed ebbe la meglio anche nei quarti di finale di Coppa Italia, in una gara condita da numerose polemiche arbitrali. Terminò, invece, con un pirotecnico pareggio per 3-3, la sfida di ritorno in Serie A a San Siro.
Tra i due, però, esistono anche numerose similitudini: due allenatori istrionici, sempre pungenti nelle dichiarazioni, e pronti ad attirare l’attenzione su sé stessi nei momenti di difficoltà delle rispettive squadre. Molto simile anche l’approccio alla rispettiva piazza, con la quale, con le giuste condizioni, sembrano sviluppare una perfetta simbiosi. Anche nelle attuali esperienze, entrambi sembrano già essersi perfettamente immersi nella realtà capitolina, per quanto riguarda Mourinho, e partenopea, nel caso del toscano. Altra dote comune è la capacità di tirar fuori il meglio dai propri calciatori, come sta accadendo in questa stagione a Lorenzo Pellegrini, sempre più leader tecnico ed emotivo della squadra giallorossa, e a Victor Osimhen, dal quale l’intera piazza si aspetta la definitiva consacrazione, dopo una prima annata di ambientamento. I due si ritroveranno, dopo più di 12 anni dall’ultima volta, allo stadio Olimpico, per una sfida che si è già accesa, più di un mese prima (si giocherà il 24 ottobre), dopo il grande inizio di stagione delle rispettive squadre. E chissà che, a sorpresa, i due rivali non possano inserirsi di prepotenza nella lotta Scudetto.