Alvaro Morata, nel corso della conferenza stampa, ha riferito che lui e la sua famiglia, ed i suoi figli, sono stati minacciati di morte.
Il tutto per via delle prestazioni non brillanti con la Spagna. A seguire le sue parole in merito:
“Sono stato nove ore senza dormire dopo la Polonia. Ho ricevuto minacce, insulti alla famiglia, speriamo che muoiano i tuoi figli… Però sto bene, forse qualche anno fa sarei stato molto peggio. Forse non ho fatto il mio lavoro come dovrei, e capisco che mi si critichi perché non ho segnato, ma la gente dovrebbe mettersi al mio posto, capire cosa significhi ricevere minacce, che ti dicano che i tuoi figli devono morire. Quando succederà qualche tragedia, diranno che era un bravo ragazzo.”
Morata poi prosegue con il suo sfogo:
“Io quando arrivo in albergo metto via il telefono, ma la cosa che mi infastidisce è che dicano queste cose a mia moglie e ai miei figli allo stadio. La gente mi fischia perché dà retta a ciò che sente, però io quando gioco ce la metto tutta, e do la vita per la nazionale. Se contro la Svezia o Polonia avessimo vinto 3-0 la stadio avrebbe fatto la ‘ola’. Ogni cosa che dico viene interpretata male. Vorrei che la gente si mettesse nei miei panni.
Sono davvero orgoglioso di aver tirato un rigore dopo che mi avevano fischiato. Ho visto che nessuno andava a prendersi il pallone, allora mi sono fatto avanti io e l’ho tirato. Andate a vedere se qualcun altro voleva farlo, intorno a me si era fatto il vuoto. Lo specialista che abbiamo in nazionale ci aiuta molto. È ottimo avere una persona che ti ascolta ogni volta che ne hai bisogno. Anche per la paura di volare? I miei compagni mi prendono in giro per questo, ma per fortuna posso parlarne con lui.”