Tra meno di un mese partirà la nuova stagione del Napoli, ma è ancora vivo il dibattito tra i due schieramenti dei pro e dei contro Benitez.
Benitez si Benitez no. Piaccia o non piaccia, il tecnico spagnolo ha vinto 12 trofei in tre nazioni differenti. Se è stato scelto dal Real Madrid sarebbe opportuno pensare che forse non è scarso come sostengono in tanti.
E’ giusto sottolineare alcune scelte di formazione non proprio condivisibili e la tempistica e la bontà di alcuni cambi a partita in corso. Sicuramente poteva fare meglio, soprattutto alla luce di un preliminare di Champions League perso e di un quinto posto ottenuto senza aver colmato neanche di un punto, il gap con Juventus e Roma (ma neanche peggiorato perché tutte e tre hanno fatto 15 punti in meno rispetto alla stagione precedente). La gestione di Hamsik non ha convinto del tutto, anche se lo slovacco ha appena concluso la sua stagione più efficace in maglia azzurra con 22 gol e 11 assist.
Piaccia o non piaccia, nella sua doppia esperienza italiana (Inter e Napoli), lo spagnolo ha affrontato quaranta tecnici di squadre italiane ottenendo questi risultati, nei confronti diretti:
Giocate 101 (90 campionato, 2 Supercoppa Italiana, 9 Coppa Italia); 16 con l’Inter (15 campionato, 1 Supercoppa Italiana); 85 con il Napoli: (75 campionato, 1 Supercoppa Italiana, 9 Coppa Italia)
Saldi Positivi: 25 —- Saldi Negativi: 6 — Parità: 9.
Con Benitez in panchina, il Napoli ha ottenuto:
– il record di punti e di vittorie nella scorsa stagione e, nel campionato appena concluso, è stata la squadra con il minor numero di tiri subìti (dopo la Lazio) e quella con il maggior numero di tiri fatti;
– due stagioni consecutive con oltre 100 gol segnati;
– una semifinale europea raggiunta dopo 26 anni;
– ingresso nella top 20 del ranking Uefa;
– aumento del valore di mercato di quasi tutti i calciatori.
Inoltre Benitez è l’unico allenatore del Napoli ad aver vinto due trofei senza avere Maradona. Parlare di fallimento di Benitez, significherebbe dichiarare automaticamente fallimentari le esperienze di tutti gli altri allenatori che si sono alternati sulla panchina azzurra in questi 89 anni, Bianchi e Bigon esclusi, che ricordiamo senza Maradona hanno visto la loro carriera eclissarsi rapidamente.
Però adesso Benitez è il passato. Oggi è Sarri il nuovo condottiero azzurro. Non serve più alimentare polemiche su pregi e difetti di Benitez. Sarebbe più utile schierarsi“spalla a spalla” con il nuovo allenatore e dargli il tempo di trasmettere il proprio credo calcistico ai giocatori nuovi e vecchi che faranno parte del Napoli 2015-2016.
Le valutazioni del lavoro di Sarri, nel bene e nel male, meglio farle a maggio. Ogni parere espresso oggi, rischia di essere smentito clamorosamente a fine stagione.
Ma d’altronde Mourinho e Guardiola, prima di diventare due tecnici tra i più vincenti al mondo, non hanno iniziato la loro carriera come due vere e proprie scommesse per i club che li hanno lanciati?