IL professore Salvatore Sica è un esperto di giustizia sportiva ed ex membro della Corte d’Appello Figc e sul Corriere dello Sport oggi in edicola parla del caso Juventus.
“Se i fatti emersi dalle intercettazioni corrispondono al vero, ed è logico credere che sia così, non c’è dubbio che la giustizia sportiva si attiverà.
Molti si concentrano solo sull’illecito amministrativo, ma anche ai sensi dell’articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva quello che sta emergendo non si risolverebbe con una semplice ammenda. Ora nessuno può spingersi a dire quale sarebbe la corretta sanzione.
La presenza di accordi riservati all’interno della società, tra la società e altre società, tra le società e i calciatori, addirittura consacrati in accordi scritti non depositati in sede federale, hanno tutti una rilevanza molteplice. Può essere invocato l’articolo 4.1 che cita i principi della lealtà, della correttezza e della probità la Juve potrebbe rispondere sia di responsabilità diretta sia oggettiva.
Poi c’è l’aggravante dell’art. 14, comma 1, lettera C: aver indotto altri a violare le norme e le disposizioni federali di qualsiasi rango o a arrecare danni all’organizzazione federale.
Plusvalenze? Il tema è abbastanza coperto dal giudicato, ma stanno emergendo elementi nuovi che potrebbero mettere in discussione il teorema secondo cui non c’è un valore oggettivo dei calciatori.
L’UEFA? Ritengo che la Uefa chiederà l’acquisizione dello stesso materiale di cui dispone già la procura federale. La sanzione più grave sarebbe l’esclusione per un periodo dalle competizioni, ma c’è anche la possibilità di un blocco del mercato.
Se sono coinvolte altre società? Ritengo di sì”.