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Serie A: c’è del marcio in Danimarca… Higuian umilia il fratello

Dopo Inter e Napoli (ma non solo) è toccato al Milan, sembra il remake di quella pubblicità “ti piace vincere facile?”.

Una delle frasi più celebri di “Amleto” di William Shakespeare è: “C’è del marcio in Danimarca“, citazione ancora oggi utilizzata per indicare qualcosa di losco e sembra diventare sempre più popolare tra gli sportivi italiani il giorno dopo una vittoria della Juventus. Chiacchiere da bar come dice Allegri? Può darsi, ma come diceva Andreotti “A pensare male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina”.

Ancora una volta una non vittoria della Juventus è stata trasformata in vittoria grazie a una ‘disattenzione’ degli arbitri italiani bravissimi all’estero ma ‘veri geni’ in Italia. 

Peccato perchè Juventus-Milan è stata una partita piacevole da guadare soprattutto per chi l’ha seguita con la serenità dello sportivo e senza l’ansia del tifoso. Gli unici motivi di disturbo per il telespettatore neutrale sono stati Dybala, che invece di preoccuparsi di fare le giocate da fuoriclasse qual è ha pensato più a emulare Tania Cagnotto, e le mancate ammonizioni per alcune entrate troppo decise e per le proteste fin troppo plateali di alcuni calciatori. Ma tutto sommato è giusto fare i compliementi a Juventus e Milan per lo spettacolo offerto.

La Juventus avrebbe vinto ai punti? Vero, ma siccome parliamo di calcio e non di boxe le partite si vincono con i gol e i bianconeri ne hanno fatti uno come il Milan.

La Juventus è la squadra più forte e vincerebbe lo stesso? Senza dubbio è la più forte ed anche la società meglio organizzata e più potente, ma è proprio per questo che dovrebbe essere la prima a desiderare di non vedere macchiate le sue vittorie destinate invece a non essere mai limpide e sempre contestate.

Ma chi lo dice inasprisce gli animi e fomenta l’odio. Chi lo dice è un provinciale. Chi lo dice non è sportivo. Ma chi non lo dice è complice del declino del calcio italiano e della perdita della sua credibilità.

Chiusura dedicata a Gonzalo Higuain. Premesso che la sua scelta professionale merita rispetto, bisogna complimentarsi per come si è subito adattato alla mentalità bianconera di “vincere, non importa come” (Heysel docet).
La sua esuberante esultanza quando l’arbitro Massa ha fischiato il rigore, è stata un colpo al cuore della dignità del fratello Nicola che solo la scorsa stagione da Napoli postava tweet del genere:

nicolasbuononicolasbuono2

 

 

 

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