Ospite dell’evento “Il Foglio a San Siro” il presidente della Lega Serie A Casini è intervenuto sui temi relativi al calcio in Italia.
Il suo intervento segue quello di Gravina. Di seguito le parole del presidente Casini:
“Ci amiamo ancora con la FIGC, i conflitti ci sono sempre stati nel calcio e sono stati anche più aspri. C’è un punto su cui il calcio italiano purtroppo non sta bene, cioè il modo in cui viene comunicato e percepito dall’opinione pubblica. Vedo grosso stacco ma come oggi i bambini ancora oggi vogliono giocare, però prevale sempre dimensione economico-finanziario e altri interessi.
Il problema del minutaggio dei giovani italiani? I dati non sono confortanti: in Italia i giovani riescono a giocare poco in Serie A pur essendo formati in modo corretto, pur avendo successo nelle categorie giovanili. Rimedi? Provare a correggere le regole su seconde squadre, ci sono forti limitazioni sull’utilizzo dei giocatori rispetto a quanto avviene all’estero.”
Casini su Decreto Crescita, Indice di liquidità e su come migliorare il calcio italiano
“Il Decreto Crescita? Non siamo in contrapposizione con la posizione della FIGC, il problema non è lìuso ma l’abuso. Le società ne hanno fatto un ricorso eccessivo a volte, ma credo che più che concentrarsi sulla eliminazione, una qualsiasi correzione dovrebbe essere accompagnata da incentivi e premialità per chi contrattualizza giovani italiani.
Sulla soglia bassa c’è qualche rischio, si sta ragionando. Stop alla mutualità? Io la legge non l’ho mai violata e vorrei continuare a non infrangerla. Finché sono presidente la legge non andrà violata. La mutualità per me è centrale, più aumentano ricavi e più la Serie A andrà forte più incasserà tutto il calcio italiano.
L’Indice di liquidità? Non posso essere d’accordo sullo 0,5 indicato dal Consiglio federale. La Serie A aveva chiesto di ritardare l’inserimento dell’indice come elemento per l’iscrizione ai campionato. Faccio solo una battuta, il Manchester United a settembre aveva indice a 0,5, forse si poteva arrivare a 0,4.
Il momento che stiamo vivendo non è di post-pandemia, i progetti sugli stadi, ad esempio, stanno lievitando anche per i costi dei materiali. È un contesto difficile, non possiamo discutere per 0,1 ma 0,1 in meno avrebbe fatto felici tutti. È evidente che questa forma di controllo serve per assicurare regolarità del campionato: meglio non farla iscrivere all’inizio che farla iscrivere e perderla. Nessuno pensa che 0,4 valga questo rischio rispetto a 0,5, ma io girerei pagina.
Tre cose per migliorare il calcio italiano? Concordo con quello che ha detto Gravina, aggiungo tra parole: risorse, perché calcio italiano ha bisogno di più risorse, servono interventi normativi per migliorare ricavi; infrastrutture, serve accelerare i lavori; scuola, rispetto alle altre leghe la Lega Serie A fa molto poco per i ragazzi, aiuterebbe a trasmettere i valori positivi del calcio.
Chi me l’ha fatto fare? Nel calcio si litiga sempre, come in tutte le famiglie, è sfida importante ma complessità macchina pubblica dà più problemi da risolvere rispetto a Lega calcio.”