Tra le tante ipotesi che potrebbero favorire la ripartenza del campionato di Serie A c’è anche quella di giocare le rimanenti 124 partite tutte nei territori meno contagiate dal coronavirus. Napoli, Bari e Palermo le principali sedi.
Si torna a discutere dell’ipotesi di allenarsi e giocare solo nei territori dove il rischio dei contagi (si spera) possa essere molto limitato.
Fino a qualche tempo fa, la prospettiva era stata scartata per la sua complessità logistica (le squadre del nord non
dovrebbero solo giocare in altri stadi, ma anche trovare un nuovo centro di allenamento dove realizzare il «gruppo squadra»).
Ma si pone sempre il tema di ridurre il più possibile il rischio, coscienti che una positività potrebbe stoppare tutta
l’operazione ripartenza. Anche se la Lega di A resta scettica su questo scenario.
Ma prima dei diritti tv, c’è la salute. E nel Comitato tecnico-scientifico, c’è poco da fare, la contrarietà (anche se non unanime) sulla ripartenza del calcio è chiara. Il rischio della positività in corsa, con conseguente messa in quarantena dell’intera squadra e inevitabile stop al campionato, è una montagna per ora impossibile da spostare.
Fonte Gazzetta dello Sport oggi in edicola.