Si ripete, come da qualche tempo a questa parte, il curioso episodio alle porte dello stadio San Paolo. Come puntualmente accade ogni domenica, la polizia di stato e gli steward addetti al controllo sequestrano sciarpe e bandiere che riportano lo stemma del Regno Delle Due Sicilie.
La Questura di Napoli – G.O.S Stadio San Paolo – ha comunicato attraverso una nota al responsabile sicurezza Ssc Napoli, il dottor Luigi Cassano e alla Digos della Questura di Napoli, che l’esposizione di bandiere e sciarpe con simboli del Regno di Napoli, può avere accesso allo stadio solo se associate ai simboli e ai colori sociali del calcio Napoli.
La foto che riportiamo però, dimostra che il divieto è stato generalizzato oltre la disposizione.
Anche oggi, in occasione di Napoli – Empoli, sono state sequestrate sciarpe azzurre che riportavano il simbolo borbonico.
È evidente che si tratta di una forzatura che, da sola, fa sorgere interrogativi intorno ai motivi della stessa disposizione.
Premesso che negli stadi italiani si continuano ad ostentare striscioni discriminatori, soprattutto nei confronti dei napoletani, non si comprende perché un simbolo identitario che non rappresenta alcun partito o movimento politico e che non ha alcun contenuto offensivo per chicchessia, non possa avere accesso al San Paolo.
Ci sarebbe da ridere a pensare che qualche discendente di Garibaldi possa aver sollecitato una censura del genere, ma purtroppo è la realtà.
Basti ricordare che negli anni 70 il Calcio Napoli promosse la campagna abbonamenti proprio come i simboli del Regno delle Due Sicilie.
Sul punto abbiamo ascoltato il professore Gennaro De Crescenzo, presidente dell’associazione culturale Neoborbonica.
“La vicenda risale già da quest ‘autunno quando abbiamo avuto l’idea di portare bandiere nei distinti nel match di Europa League contro Midtylland su iniziativa di Alberto Petillo.
In quell’occasione abbiamo avuto dei problemi per il gran numero di bandiere presenti.
Abbiamo chiesto informazioni visto che queste bandiere c’erano da 20 anni e si sono radicate al Calcio Napoli. Siamo andati in Questura dove ci hanno suggerito di chiedere al GOS, il quale ci ha risposto prima del match con il Torino dopo quaranta giorni con la nota che abbiamo pubblicato sul nostro profilo.
Tuttavia, quest’oggi anche se il simbolo si trovava su sciarpe o bandiere che riportavano lo stemma ed i colori del Napoli, sono state sequestrate. Sicuramente dopo quanto avvenuto oggi non ci fermeremo, torneremo in Questura oppure ci metteremo in contatto col Ministero se sarà il caso”.
La repressione potrebbe aumentare questo bisogno collettivo e promuovere maggiormante la saldatura tra i tifosi e la squadra di calcio. Un po’, fatte le debite proporzioni, come accade in Spagna al Barcellona dove i tifosi blugrana definiscono la propria squadra “mas que un club”.
Club e tifosi sempre più uniti da un’identità che non può restare fuori al San Paolo.
Sequestri di sciarpe e bandiere: “L’intelligente repressione”
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