Il bel campionato degli azzurri volge al termine ma la squadra azzurra ha ancora da raggiungere l’obiettivo fondamentale della stagione: il secondo posto.
Storicamente maggio è un mese “croce e delizia” per il Napoli, la speranza è che la sua dolce primavera faccia da cornice splendida ad un ottimo finale di stagione degli azzurri e non regali distrazioni e insoddisfazioni sportive. Tre partite per diventare “vice campioni d’Italia“, un titolo che non va in bacheca accompagnato da un trofeo – che gli azzurri hanno raggiunto soltanto 5 volte in 90 anni – ma regala l’accesso alla Champions League accompagnata da circa 30 milioni di euro. Non male.
Secondo il mio modesto parere, l’ambiente azzurro tutto non ha recepito in pieno il significato di rientrare in Champions e di chiudere questo campionato da secondi. La speranza dello scudetto, diventata quasi realtà per un bel pò di settimane fra gennaio e febbraio, ha in un certo qual modo “ridisegnato” le emozioni e le valutazioni di questa stagione azzurra e ciò, secondo me, non è giusto nei confronti di una squadra che quest’anno partiva non certo favorita per il podio, nemmeno per l’ultimo gradino che regala i preliminari. Questa “rinegoziazione emozionale” credo che in parte abbia coinvolto anche alcuni calciatori del Napoli, magari i più giovani e inesperti, e certi scivoloni come Udine e Milano a mio avviso ne sono la prova.
Bisogna fare quadrato, tutti. Diventare una sola cosa, squadra e tifosi, e riuscire a vincere queste tre partite finali per lanciarsi con fiducia verso una nuova stagione. Sfaldarsi così, proprio adesso che c’è un secondo posto da difendere, equivalrebbe davvero ad una piccola “tragedia sportiva“. Che paradosso! A settembre chiunque avrebbe messo la firma per un terzo posto, oggi lo consideriamo una sorta di fallimento: l’avreste mai detto? è il calcio, bellezza, nonostante tutto.
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