Settanta milioni per il cartellino del Pipita sarebbero un prezzo più che onesto, al di là delle clausole, con quei soldi il Napoli potrebbe costruire.
Vendere per migliorarsi. Lo hanno fatto tantissime società in passato, la grande Juventus ed il grande Milan ad esempio: si liberavano dei pezzi pregiati e ne compravano altri. In questo sport sono le motivazioni a fare la differenza, ed un po’ anche la fame di vittorie. Cosa che, evidentemente, Gonzalo Higuain possiede. Se è vero, come si dice, che il Pipita dopo la finale di Copa America era in lacrime allora si potrebbe pensare, non a torto, che questa “intervista” sia stata pilotata. Un po’ di rabbia, in fondo basta poco a pensarci: 36 gol in campionato, record su record, grandi prestazioni con l’Argentina (esclusa la finale, nda) ma ben zero titoli vinti (per dirla alla Mourinho). E’ un dato che probabilmente ha fatto riflettere il calciatore, forse ha parlato di pancia e non con la testa o con il cuore. Higuain è legato al Napoli, lo sanno tutti, e vorrebbe continuare. Forse il suo è solo uno sprone offerto alla società affinché compri.
In effetti, se proprio vogliamo metterla su questo piano, è lo stesso discorso che hanno fatto Kalidou Koulibaly e Marek Hamsik. Di questi due tutto si può dire ma non che non stiano bene in questa città e con questi colori. Il problema allora qual è? Semplice: una riserva di un grande club in Europa (per non citare sempre la Juventus, nda) percepisce 2 milioni di stipendio, un titolare infinitamente di più. Molti dei titolari di questo Napoli percepiscono sotto il milione di euro, Higuain è quello che guadagna di più e questo potrebbe aver fatto mugugnare Hamsik, che pensate percepisce meno di Zuniga.
Allora se qualcuno non vuole restare, perché la società impone certi parametri, è giusto che vada via. Gonzalo Higuain per 70 milioni si potrebbe cedere, sarebbe un prezzo cospicuo e giusto, e così intervenire con quei soldi in vari settori del campo. Ad oggi il Napoli ha già incassato 4 risposte negative e l’unico acquisto è stato Lorenzo Tonelli. All’indomani della partenza per Dimaro (il 9 luglio) la squadra ancora non è completa. Esattamente l’opposto di ciò che era stato chiesto da Maurizio Sarri.