Mario Sconcerti, nel suo editoriale sul “Corriere della Sera”, fa un’analisi sul campionato appena concluso:
“Si è giocato un brutto calcio, un pessimo calcio in genere.
Se vogliamo essere sinceri ha dato meno del previsto anche Ronaldo, 16 gol su azione, quanto Pavoletti, uno meno di Milik, 5 meno di Zapata.
Abbiamo cambiato un sacco di allenatori, ma abbiamo mandato a casa per noia anche l’unico che ha vinto.
Questa è stata la vera eccezione, l’allungarsi dell’errore delle grandi squadre: nessuna ritrova se stessa, hanno dato il tempo ad altri d’inventarsi nonostante abbiano soldi e potere.
Ricominciamo adesso con una Juve diversa e una sola squadra che rimane se stessa, il Napoli.
Con una lunga serie di nuovi maestri e la paura di appartenere a un altro mondo. Non è tempo di cambiare formule e calendari. È tempo di giocare bene a calcio”.