Il giornalista Mario Sconcerti ha commentato questo inizio di campionato ai microfoni di calciomercato.com
Sconcerti, da che prospettiva partiamo per analizzare Juventus-Napoli?
«Direi che questa è la prima volta che il Napoli si presenta a Torino con un allenatore che si sente alla pari del suo collega».
Forse Sarri non era alla pari di Allegri?
«Sarri aveva l’aplomb del rivoluzionario, e chi fa la rivoluzione è fisiologicamente un gradino sotto chi detiene il potere, anzi, il suo compito è proprio quello di rovesciare il trono. Ancelotti è uno che ha sempre allenato grandi squadre, il suo Napoli governa le partite».
Chi può decidere questa sfida?
«Non lo so, ma credo che quest’anno vada seguita la corsa parallela di Dybala e Insigne. L’anno scorso Dybala segnò 22 gol e chiuse la stagione con un +14 rispetto a Insigne, che si fermò a 8. Penso che se Insigne colma quella distanza e segna una decina di gol in più rispetto all’anno scorso, allora il Napoli accorcerà la distanza che lo separa dalla Juve e potrà essere più competitivo per lo scudetto. E Insigne, nel suo nuovo ruolo, è già partito forte, con 5 gol nelle prime 6 giornate».
L’altro big match della 7ª giornata è il derby di Roma.
«Ci arriva meglio la Lazio, semplicemente perché è più squadra. E la Roma invece ancora non lo è. La Lazio ha perso due partite, ma contro Juventus e Napoli, le prime due del campionato. Alla Roma manca un’idea di squadra, Di Francesco questa idea la sta ancora cercando, per ora procede a tentativi».
Dovesse perdere, Di Francesco rischierebbe il posto?
«Roma è una piazza dove non si accetta di perdere certe partite. Vent’anni fa Zeman perse quattro derby (stagione 1997-98, il boemo allenava la Roma, ndr) contro Eriksson, ma erano altri tempi e comunque in quegli anni stava nascendo una squadra da scudetto».