Lo sport italiano finisce nuovamente nella bufera. Questa volta però a finire nel mirino della procura, a pochi mesi dalle olimpiadi di Rio, è il mondo dell’atletica leggera.
26 azzurri, tra cui molti big, hanno eluso alcuni controlli antidoping e sono stati deferiti dall’Ufficio di procura della Nado Italia, che ha chiesto per loro 2 anni di squalifica.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco, sono arrivate le parole del presidente della Fidal, Alfio Giomi, che ha dichiarato:
“La vicenda riguarda tutto (o quasi) lo sport italiano e non solo l’atletica. Questo non sposta di una virgola la nostra responsabilità, ma serve ad inquadrare il problema nella giusta dimensione.
L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento sportivo, ma in mezzo ci sono tecnici, società, federazione, Coni. Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto è troppo semplice”.
Affermazioni molto pesanti che mettono in dubbio la reputazione, non certo immacolata, dell’intero sport italiano, dal ciclismo al calcio.
Sebbene dalla vicenda di Calciopoli non siano più emerse indagini e inchieste sui trattamenti sanitari di alcuni club, c’è da sperare che le dichiarazioni di Giomi siano dovute ad un mero sfogo.
La possibilità che il calcio italiano finisca nuovamente sotto inchiesta per doping, sarebbe l’ennesimo colpo mortale per quei professionisti e quei tifosi che ancora credono in questo sport.