L’allenatore del Napoli fa il suo esordio nella competizione europea più prestigiosa riservata alle squadre di club.
Il Napoli torna in Champion League. Lo fa con l’orgoglio di chi ha conquistato il diritto di entrare dalla porta principale ed essere annunciato da quella musichetta che i napoletani hanno saputo rendere unica. Lo fa con la consapevolezza di chi ha raggiunto questo traguardo, dopo una stagione che ha visto la squadra giocare forse il miglior calcio d’Europa e stracciare diversi record della storia del club sia a livello nazionale che internazionale.
Uno dei principali artefici di questo exploit è sicuramente mister Sarri, un allenatore napoletano di nascita e di fede calcistica ma con la simpatica particolarità della parlata con cadenza toscana per essere cresciuto a Figline Valdarno.
Domani Sarri farà il suo esordio in Champions League. Chissà se sul volo che lo ha portato da Capodichino a Kiev, è stato assalito più dall’emozione, dai ricordi o dalle idee tattiche per superare gli ostici ucraini della Dinamo.
Può un uomo di 57 anni emozionarsi ancora? Si, è possibile quando si è persone vere e genuine come Sarri uno che ama il calcio come pochi altri suoi colleghi e che vive ogni partita con la stessa professionalità, la stessa passione e la stessa emozione della prima volta su una panchina.
C’è da scommetterci che appena l’aereo ha lasciato la pista di Capodichino, il pensiero di Sarri è volato indietro a 26 anni fa, quando proprio in questo periodo preparava l’esordio in 2° categoria sulla panchina dello Stia. Già, proprio in seconda categoria, dove è iniziata la vita da allenatore di Sarri proseguita poi per tutte, ma proprio tutte, le categorie intermedie fino al secondo posto in Serie A con il Napoli. Una gavetta così pochi allenatori l’hanno fatta, anche perchè Sarri non ha avuto il passepartout per facili panchine legato a un cognome di calciatore famoso.
Sarri è un allenatore che si è fatto da solo. Lui ogni panchina sulla quale si è seduto l’ha sudata, l’ha meritata con il lavoro, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, categoria dopo categoria, fino a salire su quell’areo che lo ha portato in Ucraina per vivere ancora una prima volta. La speranza è che ci siano altre prime volte ancora più gratificanti, ma non diciamo di cosa. Lui è scaramantico e magari potremmo rovinargli un momento di relax mentre fuma una sigaretta accompagnata da un caffè dell’amico Tommaso.
Il suo manager, scusate, il suo amico di sempre Alessandro Pellegrini ha voluto condividere con un tweet l’emozione per questo volo da Stia a Kiev, dalla seconda categoria alla Champions League:
In bocca al lupo mister Sarri, non resta che trasformare il sogno in realtà.
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